Torna al centro del dibattito il tema delle disuguaglianze e delle disparità nella distribuzione del vaccino anti Covid nel mondo. Durante la riunione del G20 sul Commercio in corso a Sorrento, l’India ha infatti chiesto agli altri Paesi membri del G20 di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale per motivi umanitari e di abbattere le nuove barriere commerciali fra Stati.
Vaccino, la posizione dell’India al G20
Barriere come la differenziazione fra i diversi sieri anti Covid o i passaporti vaccinali, che limiterebbero la fornitura di servizi essenziali a tutta la popolazione. Secondo il ministro del Commercio indiano, Piyush Goyal, è infatti necessario assicurare un “equo accesso ai vaccini”. Lo riferisce l’Hindustan Times, citando l’intervento di Goyal al vertice di Sorrento.
I brevetti dei vari vaccini e i Covid pass, ha detto il ministro indiano, “impongono limitazioni alla mobilità e impediscono gli spostamenti del personale che fornisce servizi essenziali”. E, rivolgendosi alle nazioni più sviluppate, ha aggiunto: “La nostra risposta alla pandemia deve garantire un equo accesso ai vaccini e ad altri prodotti sanitari per la cura del Covid-19”.
Brevetti e commercio, l’ostacolo TRIPs
Obiettivo raggiungibile solo “assicurando una veloce risoluzione ai problemi sul fronte delle restrizioni nelle forniture. Una delle strade per fare ciò è accettare la proposta di rinunciare all’accordo TRIPs”. Il TRIPs (Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) è un trattato internazionale promosso dall’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) per fissare lo standard per la tutela della proprietà intellettuale.
La rinuncia alla proprietà intellettuale
Lo scorso anno proprio l’India, insieme al Sudafrica, aveva proposto ai membri dell’Omc di rinunciare ai brevetti in modo da agevolare per tutti l’accesso alle tecnologie che permettono di prevenire, curare o trattare il Covid-19. Come, appunto, il vaccino.
“La crisi pandemica è un potente promemoria della nostra interconnessione”, ha ricordato Goyal. Ma anche un promemoria “della necessità di una strategia coordinata globale per superare una situazione sanitaria senza precedenti”.