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Usa, tra le parole vietate nelle pubblicazioni scientifiche ci sono anche “donna” e “disabile”. È un errore?

I ricercatori temono che l’imposizione di tali restrizioni possa compromettere la loro capacità di svolgere un lavoro di ricerca efficace e pertinente

Negli Stati Uniti, il dibattito sulla lingua e sui termini da utilizzare nelle pubblicazioni scientifiche è diventato un argomento di grande attualità. Recentemente, alcuni scienziati della Food and Drug Administration (FDA) sono stati avvertiti di astenersi dall’utilizzare parole come “donna”, “disabile” e “anziano” nelle loro comunicazioni esterne. Questa decisione, secondo due fonti interne, fa parte di un elenco di termini “vietati” che ha suscitato preoccupazioni e confusione fra i dipendenti.

L’elenco delle parole vietate

L’elenco, intitolato “Parole vietate”, è stato diffuso attraverso le chat di lavoro ufficiali e ha generato preoccupazioni tra gli scienziati. Quest’ultimi temono che l’imposizione di tali restrizioni possa compromettere la loro capacità di svolgere un lavoro di ricerca efficace e pertinente. Parlando con Reuters, due ricercatori della FDA, che hanno voluto mantenere l’anonimato per paura di ritorsioni professionali, hanno espresso il loro disorientamento riguardo a queste direttive, sottolineando l’assurdità di non poter utilizzare termini fondamentali per la comunicazione scientifica, come “donna”. Uno di loro ha commentato: “Le parole su questo elenco renderebbero quasi impossibile svolgere i nostri lavori”.

Motivazioni dietro le restrizioni

Ma quali sono le motivazioni dietro a questa scelta? Secondo un portavoce della Casa Bianca, la lista di parole vietate sarebbe il risultato di un’interpretazione errata di un ordine esecutivo emanato dal presidente Donald Trump.

Un primo piano di Donald Trump | EPA/LUDOVIC MARIN / POOL – Newsby.it

Questo ordine mirava a combattere quella che veniva definita “ideologia di genere”, portando a una revisione delle terminologie utilizzate nelle comunicazioni ufficiali delle agenzie federali. Tuttavia, il portavoce ha confermato che la maggior parte delle parole presenti nell’elenco della FDA non era realmente da escludere dalle comunicazioni, alimentando ulteriormente la confusione sull’argomento.

Conseguenze per la salute pubblica

Le conseguenze di tali decisioni non si limitano alla FDA. Altre agenzie federali, come i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), sono state oggetto di istruzioni simili, portando alla rimozione di termini come “genere”, “transgender” e “non binari” dalle loro comunicazioni. Questa modifica ha già avuto ripercussioni tangibili:

  1. I CDC hanno eliminato dati pubblici su questioni di salute come l’HIV;
  2. Sono stati ritirati degli articoli di ricerca in fase di pubblicazione.

Gli esperti di salute pubblica avvertono che tali restrizioni possono compromettere la loro capacità di affrontare adeguatamente le esigenze mediche di gruppi vulnerabili, come quelli affetti da malattie trasmesse sessualmente.

L’elenco delle parole vietate circolato all’interno della FDA è piuttosto ampio e include termini come “sottorappresentato”, “svantaggiato”, “sesso”, “identità”, “diversità”, “promuovere” e altri. La mancanza di una spiegazione chiara su perché specifiche parole siano state incluse ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni tra i dipendenti.

Riflessioni finali sulle parole vietate

In un contesto più ampio, questa situazione riflette una tendenza crescente negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, dove la discussione su linguaggio e inclusività è diventata sempre più polarizzata. Da un lato, c’è la necessità di utilizzare un linguaggio rispettoso e inclusivo, in grado di riconoscere e rappresentare le diverse identità e esperienze delle persone. Dall’altro, ci sono paure relative alla censura e al controllo del linguaggio, che possono limitare il dibattito scientifico e la libertà accademica.

Un aspetto significativo di questo dibattito è rappresentato dalla questione dell’accuratezza nel linguaggio scientifico. La scienza si basa su dati e prove, e l’uso di termini appropriati è fondamentale per comunicare in modo chiaro e preciso. Non utilizzare termini come “donna” o “disabile” può portare a una mancanza di chiarezza nella comunicazione su questioni di salute che riguardano specifici gruppi della popolazione. La questione delle “parole vietate” è emblematico di un periodo in cui la scienza e la salute pubblica si trovano a dover affrontare sfide senza precedenti.

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Redazione

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