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“Il popolo americano ha parlato chiaramente. Pochi minuti fa ho avuto l’onore di chiamare il senatore Obama per congratularmi con lui“. Esordì così John McCain, il candidato repubblicano che fu sconfitto da Barack Obama nella storica corsa alla presidenza Usa del 2008. Parole che stanno tornando a circolare in queste ore, in cui Joe Biden si è ufficialmente aggiudicato le elezioni del 2020 e il suo rivale e predecessore Donald Trump non ne riconosce la vittoria.
Il senatore dell’Arizona fu anche in grado di fermare i fischi di disapprovazione dei suoi sostenitori, affranti dopo l’annuncio della sconfitta nella corsa alla presidenza degli Usa. Un senso dello Stato e della portata storica di quelle elezioni ben chiaro nelle sue parole: “Questa è un’elezione storica, ed io riconosco lo speciale significato che riveste per gli afroamericani e per il particolare orgoglio che deve essere il loro questa sera“.
McCain, scomparso nel 2018, fu protagonista in quel 2008 di un’altra campagna elettorale molto sentita negli Usa. Ma nel momento di ammettere la sconfitta richiamò in maniera molto chiara i valori costituzionali della Nazione: “Ho sempre creduto che l’America offrisse opportunità a tutti quanti avessero la diligenza e la volontà di coglierle. Anche il senatore Obama pensa lo stesso“, disse.
“Obama sarà presidente del Paese che entrambi amiamo. In questa lunga e difficile battaglia, il suo successo richiede il mio rispetto per la sua abilità e la sua perseveranza. Sia io che lui riconosciamo di aver percorso un lungo cammino. Siamo partiti da antiche ingiustizie che un tempo macchiavano la reputazione della nostra Nazione e negavano ad alcuni americani la fortuna della piena cittadinanza. Il ricordo di queste ingiustizie ha ancora il potere di ferire. E gli Usa, oggi, sono un mondo lontano dalla crudele e spaventosa mentalità bigotta di quei tempi“, aggiunse McCain.
“Non vi è nessuna prova migliore di questo dell’elezione di un cittadino afroamericano alla presidenza degli Usa“, concluse. Parole di grande lucidità e rispetto. Esattamente i due valori che si spera prevalgano in queste ore che negli Stati Uniti rischiano di vedere la grande gioia dei vincitori contrapposta alla rabbia di chi ha perso le elezioni.
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