Lo indicano i risultati di una ricerca svolta da un gruppo di scienziati coordinati dal professor Przemyslaw Grabowicz dell’Università del Massachusetts e pubblicata su Journal of Quantitative Description
Mancano solo pochi mesi alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e i sondaggi pubblicati finora hanno già permesso di farsi un’idea di quale potrebbe essere l’andamento della chiamata alle urne. Tuttavia, i risultati di un recente studio indicano che i risultati potrebbero non essere attendibili, soprattutto per quanto concerne le indagini svolte su X (l’ex Twitter). La ricerca in questione, svolta da un gruppo di scienziati coordinati dal professor Przemyslaw Grabowicz dell’Università del Massachusetts e pubblicata su Journal of Quantitative Description, ha dimostrato che i sondaggi informali condotti sul social media durante le elezioni presidenziali del 2016 e del 2020 sono stati falsati da voti discutibili, che si presume siano stati acquistati dalle cosiddette “fabbriche di troll”, agenzie specializzate nella diffusione di notizie false.
I dati contenuti nello studio indicano che il sistema di sondaggi utilizzato da X ha riportato deliberatamente conteggi di voti pubblici distorti. In media, i risultati hanno dato per favorito Donald Trump rispetto a Joe Biden nel corso del 2020, con una ripartizione delle preferenze, rispettivamente, del 58% e del 42%. I ricercatori hanno anche riscontro un incremento di circa il 50% dei voti discutibili nei sondaggi preelettorali rispetto a quelli successivi alle elezioni presidenziali, suggerendo che l’alterazione dei sondaggi svolti sul social sia stata una tattica usata per provare a influenzare i risultati delle elezioni. Al momento è possibile osservare una dinamica simile nei sondaggi svolti su Truth, la piattaforma di Donald Trump, dove ii tycoon surclassa sempre l’attuale presidente.
Come spiegato da Grabowicz, “nelle elezioni presidenziali ci sono stati oltre 20 milioni di voti espressi in più di 100mila sondaggi su X/Twitter. Questi sondaggi davano per certa la vittoria di schiacciante di Trump, mentre in realtà le elezioni sono state vinte da Biden. Abbiamo voluto dare un’occhiata più da vicino, per vedere se i sondaggi erano legittimi e cosa potevano dirci su come i social media influenzano la politica americana. Non è stato un compito da poco: secondo le nostre stime, ogni mese ci sono oltre un milione di sondaggi di ogni tipo su X”. Nonostante l’elevata frequenza di queste indagini, sia nel 2016 che nel 2020 la maggior parte dei risultati puntava nella direzione di una vittoria di Trump (che si è concretizzata solo una volta).
Mediamente, i sondaggi svolti su Twitter in vista delle elezioni presidenziali del 2020 davano Trump vincente con il 58% delle preferenze. Quando è arrivato il momento di andare alle urne, invece, la sua ascesa si è fermata al 46,8%. Sia i sondaggi del 2016 che quelli del 2020 sono stati realizzati perlopiù da uomini che non nascondevano la propria intenzione di votare per Trump. Anche l’ideologia politica degli utenti che interagivano con i sondaggi era spostata perlopiù verso destra e chi metteva mi piace e li condivideva aveva una probabilità ancora maggiore, oltre dieci volte, di identificarsi come conservatori.
Il gruppo di ricerca non si è fermato alla profilazione dei partecipanti al sondaggio, ma è sceso più in profondità, provando a capire l’eventuale coinvolgimento delle “fabbriche di troll”, il cui uso era già stato dimostrato dal media polacco TVP INFO per quanto concerne un sondaggio Twitter che chiedeva agli intervistati chi avesse vinto un dibattito presidenziale in Polonia. Dai dati pubblicati dall’emittente era emerso che su 35.202, 19.539 (pari al 44,5%) erano stati acquistati da fabbriche di troll rintracciabili tramite una semplice ricerca sulla rete. “Volevano sapere se qualcosa di simile potesse accadere anche negli Stati Uniti”, ha spiegato Grabowicz.
Verificarlo non è compito facile, perché su X la cifra di votanti visibile a chiunque è diversa dal numero effettivo, noto solo all’autore del sondaggio. Nel caso dell’esperimento condotto da TVP INFO, la cifra pubblica era superiore di quasi 20mila volte a quella privata, il che implicava l’elevata presenza di voti provenienti da troll di cui il pubblico non era a conoscenza. Per studiare l’incidenza del fenomeno negli Stati Uniti, il team di Grabowicz ha creato un sondaggio con il quale ha invitato gli utenti a esprimere una preferenza fra tre animali: Nittibio dell’Ariziona, Tricheco dell’Alaska o Pecora di New York. Hanno anche acquistato dei voti da una fabbrica di troll. Al termine dell’analisi dei dati, i ricercatori hanno appurato che le discrepanze tra i conteggi dei voti pubblici e privati erano strettamente conformi al numero di voti acquistati, anche se non era presente una corrispondenza 1:1.
“In qualche modo, Twitter sta togliendo i voti acquistati dalla vista dell’autore del sondaggio, ma nessuno sa come e perché” ha spiegato Grabowicz. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche intervistato 984 autori di 2020 sondaggi svolti su X, chiedendo loro di poter vedere il conteggio dei voti privati. In pochi hanno risposto, ma i risultati si sono comunque dimostrati coerenti in tutti i sondaggi studiati.
Dai dati raccolti è emerso che prima delle elezioni presidenziali del 2020 ci è stato circa il 50% in più di voti falsati rispetto alle indagini successive alla chiamata alle urne. Ciò suggerisce che la manipolazione dei sondaggi svolti sui social è una tattica deliberata per influenzare la percezione dell’opinione pubblica da parte degli elettori. Alcuni sondaggi pre-elettorali che hanno previsto correttamente la sconfitta di Trump sono stati sfruttati per rafforzare le convinzioni di frode degli elettori del tycoon.
Grabowicz e i suoi collaboratori hanno sviluppato un sito chiamato socialpolls.org, con l’obbiettivo di tenere traccia dei sondaggi sfalsati e di correggere i loro pregiudizi. “Il nostro lavoro avverte che le piattaforme dei social media mancano di trasparenza, anche per cose importanti come le elezioni nazionali”, ha osservato l’autore dello studio. Ha aggiunto che se i risultati sono sfalsati in un contesto così importante, “allora si può essere certi che succeda lo stesso anche in altre occasioni”.
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