La Camera degli Stati Uniti d’America ha trasmesso al Senato gli atti dell’impeachment contro Donald Trump. Il processo si terrà a partire dalla seconda settimana di febbraio. Sarà il quarto della storia Usa e il secondo per Trump. L’ex presidente è accusato di “istigazione all’insurrezione” per i drammatici fatti dell’assalto al Congresso del 6 gennaio e viene definito “una minaccia per la democrazia”.
Sono in tutto cinque le pagine dell’articolo. In esse si sottolinea tra l’altro come il presidente Trump “ha messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni, ha minacciato l’integrità del sistema democratico e ha ostacolato una pacifica transizione dei poteri”. “Per questo”, si afferma, “resta una minaccia per la sicurezza nazionale, per la democrazia e per la Costituzione”.
Nell’articolo si ripercorrono quindi le vicende che hanno portato all’accusa di “istigazione all’insurrezione”, in riferimento all’assalto al Congresso del 6 gennaio. Si ricordano “le continue false dichiarazioni nel mese precedente che parlavano di elezioni truccate che non dovevano essere accettate e certificate”. Poi il famigerato comizio del giorno dell’Epifania in concomitanza con la riunione del Congresso in sessione plenaria per certificare la vittoria di Joe Biden. La frase al centro dell’accusa, ricordata nell’articolo, è quella in cui Trump invita i sostenitori ad agire. “Se non combattete come indemoniati non avrete più un Paese”.
“Penso che vada fatto”: così per la prima volta Joe Biden ha commentato il processo per l’impeachment a Donald Trump in Senato. Parlando alla Cnn, Biden ha ammesso che questo potrebbe ritardare l’attuazione della sua agenda e la conferma dei suoi membri del governo in Senato: “Ma”, ha aggiunto, “sarebbe stato peggio se questo non fosse accaduto”.
Il nuovo presidente Usa, entrato in carica meno di una settimana fa, ha revocato il divieto sulle persone transgender nelle forze armate statunitensi. Era stato introdotto dalla precedente amministrazione nel 2017 ed entrato in vigore dopo un pronunciamento della Corte Suprema a inizio 2019. Le norme prevedevano che le persone transgender in attesa di sottoporsi a cure per la transizione da un genere all’altro o al termine della transizione non potessero far parte delle forze armate.
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