Negli Usa i complotti si combattono con altri complotti. Finti, però. È il caso di “Birds Aren’t Real”, che letteralmente significa “gli uccelli non sono reali”. Secondo gli appartenenti a questo movimento cospirazionista, infatti, gli uccelli in realtà sarebbero dei droni pronti a spiarci.
Tutto è nato, come spesso accade, sul web. Online, infatti, questa incredibile teoria ha preso piede, riuscendo a catalizzare l’attenzione di centinaia di migliaia di persone. In particolare di utenti social come Instagram e TikTok, dove spopolano gli account con il motto Birds Aren’t Real.
Ma anche su YouTube, dove con una semplice ricerca ci si può imbattere in decine e decine di video che sposano questa tesi. E ci sono anche le campagne fisiche, come quelle di Pittsburgh, Memphis e Los Angeles, tre città dove di recente sono apparsi dei giganteschi manifesti pubblicitari con la scritta “Birds Aren’t Real”.
Birds Aren’t Real è talmente popolare che, lo scorso mese, un gruppo di complottisti ha perfino manifestato davanti alla sede di Twitter a San Francisco per indurre la società a cambiare logo (il popolare uccellino blu). Eppure, c’è una verità altrettanto incredibile dietro a tutto ciò.
Perché tutti le teorie che ruotano attorno a Birds Aren’t Real, in realtà, non esistono. Sono completamente inventati. E sono il frutto della fantasia di Peter McIndoe, studente 23enne di Memphis, che ha dato vita a questo movimento nel 2017.
L’obiettivo, però, non era quello di rimpolpare il già fitto sottobosco di complotti e idee cospirazioniste che mirano a riscrivere la storia; bensì di creare un contro-movimento, una sorta di parodia. Insomma, la controffensiva di una Generazione Z nata e cresciuta in un mondo dominato dalle fake news.
Dopo aver raggiunto questo livello di popolarità, McIndoe – come scrive il New York Times – è ora pronto a svelare al mondo la natura goliardica di Birds Aren’t Real. E, magari, per affermare una volta per tutte l’esistenza degli uccelli. Prima che qualcuno pensi che siano davvero dei droni.
“Avendo avuto a che fare con il mondo della disinformazione per anni – racconta il 23enne – siamo ben consci del confine su cui ci muoviamo. L’idea è di creare qualcosa di ridicolo, ma stiamo attenti a non dire mai qualcosa di troppo realistico”.
“Birds Aren’t Real – spiega – non è una satira superficiale dei complotti presi dall’esterno. Ma dal profondo di essi. In molti della nostra generazione percepiscono la follia in tutto questo e Birds Aren’t Real è diventato un modo per le persone di elaborarla”.
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