L’Amministrazione Biden oggi ha formalmente accusato la Cina di aver hackerato i server di posta elettronica Microsoft Exchange, compromettendo l’utilizzo di decine di migliaia di computer in tutto il mondo all’inizio del 2021. A riportarlo è l’Associated Press citando fonti governative.
Gli attacchi degli hacker cinesi
Per gli Usa e altri Paesi alleati Pechino sarebbe responsabile anche di una serie di cyberminacce nei confronti di alcune multinazionali. Si tratta perlopiù di attacchi ‘ransomware’, ossia finalizzati all’ottenimento di cospicui riscatti in denaro. Nel caso specifico, si parla di milioni di dollari.
Washington sostiene che il Ministero per la Sicurezza nazionale cinese avrebbe messo sotto contratto degli hacker proprio per eseguire estorsioni e furti virtuali. Sempre oggi, il Dipartimento di Giustizia Usa ha avanzato delle accuse formali nei confronti di quattro cittadini cinesi che hanno lavorato per il Ministero asiatico.
Colpito anche il Parlamento finlandese
Stando alle ricostruzioni, avrebbero partecipato alle campagne di hackeraggio contro sistemi informatici, aziende, università e istituzioni governative. Ma le minacce degli hacker cinesi non avrebbero avuto come bersagli solo a Microsoft Exchange o Enti americani.
Anche il Regno Unito e l’Unione Europea puntano infatti il dito contro la Cina. Il Centro Nazionale per la Cybersecurity Uk, ad esempio, ha dichiarato che gruppi di hacker vicini a Pechino sono responsabili degli attacchi a industrie marittime e compagnie navali statunitensi, europee e al Parlamento finlandese.
Borrell: “Cyberspazio globale sia sicuro”
In una nota, l’Alto rappresentate Ue agli Affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato: “L’Unione europea e i suoi Stati membri denunciano con forza le attività informatiche dannose intraprese. Continuiamo a sollecitare le autorità cinesi ad aderire alle norme e a non consentire che il suo territorio venga utilizzato per attività informatiche dannose”.
L’Ue sollecita inoltre la Cina “ad adottare tutte le misure appropriate e quelle ragionevolmente disponibili e fattibili per rilevare, indagare e affrontare la situazione”. La nota ricorda poi che i 27 Stati membri riaffermano il loro “forte impegno a un comportamento statale responsabile per garantire un cyberspazio globale, aperto, libero, stabile e sicuro”.
L’Ue: “Attacchi hacker dal territorio cinese”
Borrell, infine, precisa che “oggi l’Ue e i suoi Stati membri, insieme ai partner, hanno discusso delle attività informatiche dannose che hanno colpito in modo significativo la nostra economia, la sicurezza, la democrazia e la società in generale”. Attività che, sostiene l’Ue, sarebbero partite “dal territorio della Cina”.
La Cina nega le accuse
Come riporta l’Ap, un portavoce del Ministero degli Esteri cinese aveva negato ogni responsabilità di Pechino in merito agli attacchi a Microsoft Exchange. La Cina, aveva detto, “si oppone e condanna fermamente ogni forma di cyberattacco o cyberfurto”. Infine, aveva sostenuto che per attribuire delle responsabilità al Governo cinese sono necessarie delle prove, altrimenti si tratta di “accuse infondate”.