Biden ha confessato i suoi timori nel corso di un’intervista con Cbs News, la prima concessa dopo l’annuncio del suo ritiro dalla corsa elettorale
Sebbene risalga ormai a tre anni fa, l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è ancora fresco nella memoria di molti cittadini statunitensi. Di certo è rimasto ben impresso in quella di Joe Biden, che è stato proclamato presidente degli Usa proprio nel corso di quella giornata turbolenta e ricorda bene cosa spinse i sostenitori più estremi di Donald Trump a prendere parte alla rivolta: l’accusa di brogli elettorali (mai dimostrata) sollevata proprio dal tycoon. Nel corso di una recente intervista a Cbs News, la prima concessa a dopo aver annunciato il ritiro dalla corsa presidenziale, l’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che un’eventuale vittoria della candidata democratica Kamala Harris alle elezioni del 5 novembre potrebbe tradursi in un altro passaggio di poteri turbolento. Biden ha ammesso di “non essere affatto fiducioso” sull’ipotetico scenario post voto in caso di una disfatta di Trump.
Parlando con il corrispondente di Cbs News Robert Costa, Biden ha dichiarato che Trump è sempre convinto delle sue affermazioni, anche di quelle più sopra le righe. “Crede sul serio a quel che dice. Noi non lo prendiamo seriamente, ma lo pensa. Quando afferma ‘Se perdiamo ci sarà un bagno di sangue, sarà un’elezione rubata’, lo pensa davvero”. Ha aggiunto che: “Non si può amare la propria nazione solo quando si vince”.
Le dichiarazioni del tycoon alle quali si riferisce il presidente risalgono a una manifestazione elettorale in Ohio svolta a marzo e fin da subito avevano sollevato delle polemiche, costringendo Trump e i suoi alleati ad aggiustare il tiro e a specificare che il commento si riferiva alle possibili ricadute economiche nella politica commerciale degli Stati Uniti. James Singer, il portavoce della campagna di Biden, aveva puntato il dito contro le affermazioni controverse dell’ex presidente, sottolineando come dimostrassero la sua volontà di arrivare a un altro 6 gennaio, “ma il popolo americano gli darà un’altra sconfitta elettorale questo novembre, perché continuerà a rifiutare il suo estremismo, il suo attaccamento alla violenza e la sua sete di vendetta”.
Nel corso dell’ormai celebre dibattito di giugno, Trump aveva risposto a una domanda sulla sua volontà di accettare l’esito delle elezioni di novembre con queste parole: “Lo farò solo se si tratterà di un’elezione legale, giusta e corretta”. Biden aveva replicato così: “Dubito che lo accetterai, perché sei un piagnucolone. Non tolleri la sconfitta e quando perdi scatta qualcosa dentro di te”.
Tra una dichiarazione e l’altra, la corsa verso le elezioni del 5 novembre sta procedendo senza intoppi. Kamala Harris ha da poco annunciato che il suo vicepresidente in caso di vittoria sarà Tim Walz, il governatore del Minnesota. La candidata del Partito Democratico ha scelto l’ex insegnante e veterano della Guardia Nazionale dell’esercito perché è rimasta colpita dalla sua autenticità. In passato i due non hanno mai avuto un legame particolarmente stretto, ma durante il loro incontro di domenica hanno mostrato fin da subito una forte alchimia, requisito molto importante per funzionare bene come presidente e vice.
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