La candidata democratica ha spiegato di aver accettato di andare alle urne “per conto di tutti coloro la cui storia può essere scritta solo nella più grande nazione sulla Terra”
Nella serata conclusiva della convention del Partito Democratico degli Stati Uniti, svolta a Chicago, Kamala Harris ha accettato ufficialmente la nomination alla presidenza. Nel suo discorso, durato 45 minuti, l’avversaria di Donald Trump ha spiegato di aver accettato di andare alle urne “per conto di tutti coloro la cui storia può essere scritta solo nella più grande nazione sulla Terra”. Ha anche fatto una promessa: “Non torneremo indietro”. Dal suo punto di vista, l’appuntamento del 5 novembre “è una battaglia per il futuro dell’America”. Le prossime elezioni “saranno le più importanti della nostra vita”, nonché le più cruciali nella storia “della nostra nazione”.
Durante il suo discorso, Harris ha dato ampio spazio al tema della libertà delle donne, concentrandosi soprattutto sul diritto all’aborto, che negli ultimi anni è stato limitato per via di alcune decisioni prese da Trump e dalla Corte Suprema. “Oggi in America troppe donne non possono scegliere se abortire o no. Trump ha selezionato con cura i membri della Corte Suprema per portare avanti la sua battaglia contro l’aborto e non ha ancora finito. Lui e i suoi alleati vogliono attuare un bando totale sull’aborto, con o senza il sostegno del Congresso, e forzare gli stati a registrare gli aborti e le interruzioni di gravidanza”.
Per Harris questa battaglia del Partito Repubblicano contro l’aborto denota una mancanza di fiducia nei confronti delle donne. “Noi, invece, ci fidiamo di loro”, ha dichiarato la candidata democratica. Ha poi detto che firmerebbe con orgoglio una legge volta a ripristinare i diritti integrali per le donne che intendono abortire.
Sul fronte della politica estera, Harris ha criticato aspramente la scelta di Trump di sminuire la Nato e di allearsi con i dittatori. “Quando sarò presidente, gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all’Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei”. Per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Palestina, che ha creato delle divisioni anche all’interno del Partito Democratico, la vicepresidente ha promesso che chiuderà l’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. “Io e il presidente Biden lavoriamo senza sosta per mettere fine alla guerra in modo che Israele sia al sicuro, le sofferenze a Gaza finiscano e i palestinesi possano realizzare l’aspirazione alla loro autodeterminazione”, ha dichiarato. Inoltre, ha voluto chiarire che sarà sempre “dalla parte di Israele sul diritto di difendersi, perché non possano mai ripetersi le cose irriferibili successe il 7 ottobre”.
Parlando dell’immigrazione, uno dei temi sui quali i supporter di Trump l’hanno attaccata di più nelle ultime settimane, Harris si è impegnata a riformare il sistema, offrendo anche un percorso di cittadinanza a chi lo merita, e a risolvere l’emergenza al confine.
La candidata democratica ha poi raccontato di essere cresciuta in una famiglia della classe media e di conoscere bene le esigenze della fascia più numerosa della popolazione. Oltre a sua madre, infatti, anche buona parte della comunità dei quartieri popolari di Oakland (in California) l’ha aiutata a diventare grande. Ha quindi promesso che una volta eletta farà tutto il possibile per aiutare la classe media e le famiglie.
Harris ha accolto sul palco della convention di Chicago le mamme, le insegnanti e i compagni dei bambini uccisi nelle stragi a scuola (tra cui quelle avvenute a Newton, nella scuola elementare Sandy Hook, e a Uvalde) per rinnovare il suo impegno a tenere sotto controllo la vendita e il possesso delle armi da fuoco. “Kamala Harris sarà una grande presidente e affronterà e batterà la lobby delle armi”, ha dichiarato Gabby Giffords, ex deputata democratica che nel 2011 fu colpita da una pallottola nel corso di una sparatoria che costò la vita a sei persone.
Durante il suo discorso, Harris ha spiegato l’origine di uno dei suoi slogan: “Kamala for the people”. Per farlo, ha ricordato il suo passato da procuratrice e ha spiegato che all’inizio di ogni processo chi rappresenta l’accusa dichiara di difendere l’intera popolazione (“the people”). “Nel nostro sistema giudiziario, un torto inflitto a una persona è un torto inflitto a tutti. Per tutta la vita ho avuto un solo cliente: the people, le persone”, ha dichiarato la vicepresidente. Ha poi dichiarato che, invece, Trump ha sempre e solo avuto se stesso come cliente. “Donald Trump non è una persona seria, ma farlo tornare alla Casa Bianca avrebbe delle conseguenze estremamente serie”, ha osservato.
Per il rapporto sono stati considerati: il tasso di obesità media (in Italia solo il…
La consulente politica ha gestito varie campagne elettorali di successo per il Partito Repubblicano e…
"Ci penso da un po' e i risultati delle elezioni me lo hanno confermato. Non…
Il tycoon ha vinto le elezioni anche grazie al voto di chi, almeno sulla carta,…
Kamala Harris accetta la sconfitta elettorale, promettendo di continuare a lottare per la democrazia, i…
A Berlino terremoto all'interno della coalizione di maggioranza, il cancelliere silura Christian Lindner e piazza…