Nel corso di un’intervista a “Porta a Porta”, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha dichiarato di essere pronto a dialogare con Vladimir Putin, il presidente della Russia, ma senza ultimatum. Il leader ha sottolineato che le trattative si fanno sempre più complicate “perché ogni giorno i russi occupano villaggi, perché molte persone hanno lasciato le loro case, sono state uccise dai russi e vedo tracce di torture e uccisioni”. Ha poi aggiunto che “non dobbiamo cercare una vita d’uscita per la Russia. So che Putin voleva portare a casa qualche risultato, ma non l’ha trovato. I russi se ne devono andare e devono rispondere di quello che hanno fatto. Non possiamo accettare compromessi per la nostra indipendenza”. Zelensky ha poi ringraziato Mario Draghi, il presidente del Consiglio, per aver adottato le sanzioni europee contro la Russia.
Nel frattempo, in Ucraina proseguono gli scontri sul campo. Le truppe russe hanno colpito il distretto di Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, usando anche bombe al fosforo e a grappolo, vietate dalla convenzione di Ginevra. I militari hanno anche bloccato le uscite dai passaggi sotterranei dell’acciaieria Azovstal a Mariupol.
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Serhiy Bratchuk, il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, ha riferito che le forze ucraine hanno colpito una nave della Marina russa dedita alla logistica vicino all’Isola dei Serpenti, nel Mar Nero. “Grazie alle azioni dei nostri marinai, la nave di supporto Vsevolod Bobrov, una delle più recenti della flotta russa, ha preso fuoco”, ha dichiarato Bratchuk. La nave si stava dirigendo verso la Crimea.
Nel suo ultimo messaggio alla nazione, Zelensky ha affermato che “la sconfitta strategica della Russia” in Ucraina è ormai “evidente agli occhi del mondo intero, ma Mosca non ha il coraggio di ammetterlo”. Il leader ha poi definito “codardi” i militari russi che stanno “cercando di nascondere la verità dietro gli attacchi di missili, aerei e artiglieria”.
La missione permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite di Ginevra ha dichiarato che “nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo”. Ieri, giovedì 12 maggio, il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha votato a larga maggioranza a favore dell’apertura di un’inchiesta sulle presunte gravi violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina, contribuendo così a rafforzare la pressione diplomatica su Mosca.
Il Consiglio ha approvato la bozza di risoluzione presentata dall’Ucraina per avviare un’indagine sulle presunte violazioni commesse dall’esercito russo nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy tra la fine di febbraio e marzo con 33 voti a favore.
“L’isteria anti-russa, scatenata dagli occidentali, non ha nulla a che fare con una genuina preoccupazione per il destino dell’Ucraina stessa e del suo popolo”, ha dichiarato la missione diplomatica. Ha poi aggiunto che “nel loro maniacale desiderio di strangolare la Russia sono pronti a tutto, persino a far rinascere il nazismo nelle sue manifestazioni più brutte”. I diplomatici russi hanno anche definito la decisione “un altro uso del Consiglio per i diritti umani nell’interesse di un ristretto gruppo di Stati”.
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Nonostante la situazione sempre più critica, il battaglione Azov sta continuando a resistere a Mariupol. “Nel 78esimo giorno della guerra su vasta scala, in condizioni di completo accerchiamento, nonostante la situazione estremamente difficile, la mancanza di munizioni e un gran numero di feriti, i combattenti del reggimento Azov continuano a mettere fuori combattimento il nemico dalle posizioni precedentemente catturate sul territorio dello stabilimento Azovstal. I difensori di Mariupol stanno prendendo d’assalto le posizioni nemiche, facendo l’impossibile, nonostante l’uso costante da parte del nemico di aerei dell’aviazione, artiglieria pesante via terra e navale, carri armati e altre armi. Nonostante tutto, la lotta dei nostri soldati per l’Ucraina e per la salvaguardia della vita del personale continua“.
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