Scocca il 22esimo giorno di guerra in Ucraina, tra bombardamenti sui civili e tentativi di raggiungere un accordo di pace. Nella notte la Russia ha attaccato Merefa, città di 21.500 abitanti nell’oblast’ di Kharkiv, nella parte orientale del Paese, distruggendo il centro comunitario e danneggiando una scuola. Gli amministratori locali – riporta il Kyiv Independent – riferiscono di vittime fra i militari ucraini.
Anche un cittadino americano ha perso la vita. L’uomo è morto a causa di un bombardamento lanciato da parte delle truppe russe su Chernihiv. “Oggi, gli occupanti hanno effettuato ancora una volta un pesante attacco di artiglieria contro i civili disarmati residenti della città. Ci sono morti e feriti. Tra i morti c’è un cittadino statunitense“, ha scritto la polizia locale su Facebook. Altre 21 persone hanno perso la vita in seguito a un bombardamento russo avvenuto nelle vicinanze di Kharkiv.
Nel corso di una conferenza stampa, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha ventilato la possibilità di un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Nelle scorse ore c’è stata anche una telefonata tra il presidente turco Erdogan e Putin.
Secondo Mykhailo Podolyak, il capo negoziatore ucraino, “potrebbero essere necessari da pochi mesi a una settimana a mezza per trovare un accordo sui punti controversi” nei negoziati tra le delegazioni. “La firma di un accordo di pace porrà fine alla fase acuta del conflitto, ci permetterà di onorare tutti coloro che sono stati uccisi e iniziare la ricostruzione del Paese. Ma dubito che per gli ucraini la guerra finirà lì, non dopo tutto quello che abbiamo passato“, ha aggiunto il consigliere di Zelensky.
Le autorità di Mariupol hanno reso noto che il 90% degli edifici della città è stato distrutto dall’esercito russo. 30mila persone sono state evacuate dalla città nell’ultima settimana.
Stando a una stima degli Usa, invece, sarebbero almeno 7mila i soldati russi morti durante i combattimenti, con oltre 14mila feriti. Attualmente la situazione più complessa resta quella di Mariupol, sotto assedio da giorni. Ieri è stato bombardato e distrutto un teatro dove si rifugiavano almeno 500 civili secondo l’Ong Human Rights Watch. Stesso destino anche per una piscina, dove si trovavano anche donne incinte e bambini. Sui social ucraini in queste ore rimbalzano le parole del parlamentare Serhiy Taruta, secondo cui il bunker sotto il teatro avrebbe resistito e le persone al suo interno sarebbero sopravvissute. E nel corso della giornata, fortunatamente, le persone hanno in effetti iniziato a fuoriuscire dalle macerie.
Le immagini satellitari che precedono l’attacco mostrano che davanti e dietro la struttura campeggiava la scritta “bambini” in cirillico, di modo che fosse visibile anche dal cielo. Per il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, “questa è una terribile tragedia, non lo perdoneremo mai. Ma non ci arrenderemo”.
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E ha aggiunto: “L’unica parola per descrivere ciò che è accaduto oggi è genocidio. Genocidio della nostra nazione, del nostro popolo ucraino. E voglio credere che verrà il giorno in cui insieme solleveremo la nostra bella città di Mariupol dalle rovine. Fa paura crederci, oggi. Viviamo in un periodo terribile chiamato guerra. Abbiamo difficoltà a capire tutto questo, ci rifiutiamo di credere, vogliamo chiudere gli occhi e dimenticare l’incubo accaduto oggi. Ma apriamo gli occhi e vediamo di nuovo questa guerra, la devastazione e tutto questo orrore”.
Intanto, a Kherson l’esercito di Mosca ha costituito un ‘Comitato di salvezza per la pace e l’ordine’ per governare la città in questa fase di guerra. Ne fanno parte politici e personaggi locali filorussi. Nella notte, inoltre, le sirene anti aeree sono tornate a suonare in numerose città, da Kiev a Rivne, a Ivano-Frankivs’k.
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Intorno alle 5 del mattino, nella capitale la contraerea ha abbattuto un missile russo, i cui resti sono caduti su un palazzo, distruggendolo in parte e provocando un incendio poi domato dai servizi di emergenza locali. I Vigili del fuoco hanno soccorso gli abitanti, ma l’impatto del razzo ha causato almeno una vittima e tre feriti. In totale sono 30 le persone evacuate.
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Il Parlamento dell’Ucraina denuncia poi tramite il suo canale Telegram un attacco russo a un convoglio di civili in movimento lungo l’autostrada verso Zaporizhzhia, avvenuto ieri. Secondo le informazioni fornite dalla Rada non dovrebbero esserci vittime, ma solo cinque feriti, di cui però un bambino in gravi condizioni.
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Soccorritori al lavoro anche nella città di Chernihiv, capoluogo dell’omonima oblast’ nella zona settentrionale dell’Ucraina, per recuperare i corpi di cinque persone – di cui tre bambini e una ragazza di 12 anni – rimasti uccisi in un attacco aereo russo a un’abitazione.
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La Russia, invece, ha rivendicato un attacco aereo su una base militare vicino a Kiev. Le immagini satellitari sono state diffuse dal ministero della Difesa di Mosca.
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Nel frattempo continuano le trattative fra Mosca e Kiev per porre fine al conflitto. “I negoziati sono in corso, negoziati per il bene dell’Ucraina – ha detto Zelensky in uno dei suoi videomessaggi alla popolazione -. Le mie priorità nei negoziati sono assolutamente chiare: fine della guerra, garanzie di sicurezza, sovranità, ripristino dell’integrità territoriale”.
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In mattinata Zelensky è intervenuto al Bundestag di Berlino. La Camera bassa del Parlamento federale tedesco ha salutato con un’ovazione il capo di Stato ucraino prima del suo discorso in videocollegamento.
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Nel corso del suo intervento, Zelensky ha detto che “si alza un muro sempre più forte fra l’Ucraina e l’Europa. Questo muro è più forte, con ogni bomba che cade in Ucraina, con ogni decisione che non viene presa nonostante il fatto che voi potreste aiutarci“.
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Ieri, al termine della riunione con i ministri della Difesa, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invece annunciato che “i ministri hanno convenuto che dobbiamo continuare a fornire un supporto significativo” all’Ucraina, “inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e aiuti umanitari – ha aggiunto -. Tutti noi rendiamo omaggio al coraggio degli ucraini e delle forze armate ucraine”.
Poi l’appello al Cremlino: “Il presidente Putin deve fermare immediatamente questa guerra, ritirare ora le sue forze e impegnarsi in buona fede nella diplomazia”. E, infine, un avvertimento: la Nato “non tollererà nessun attacco al suo territorio, Mosca non deve avere dubbi su questo. Centinaia di migliaia di soldati sono già in stato di allerta“ per difendere i confini dell’Alleanza, ha concluso.
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I miliziani ceceni avrebbero preso il controllo dell’impianto siderurgico di Azovstal, a Mariupol. A testimoniarlo alcuni video postati su Telegram che mostrano i combattenti agli ordini del capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, che pattugliano le strade attorno al sito per la produzione dell’acciaio sulla costa del Mare d’Azov. L’offensiva per prendere il controllo dello stabilimento era stata preannunciata nelle scorse ore proprio dal leader ceceno, stretto alleato di Vladimir Putin. Le immagini mostrano un nutrito gruppo di miliziani dei battaglioni nazionalisti ceceni armati che sembrano essere oramai in pieno controllo dell’area e che esultano gridando ‘Allah akbar‘.
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