Da New York, dove ha partecipato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esortato l’ex capo della Casa Bianca Donald Trump a condividere pubblicamente il proprio piano di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, avvertendo però che non sono contemplate concessioni territoriali.
In un’intervista rilasciata alla Cnn dopo l’intervento al Palazzo di vetro dell’Onu, il leader ucraino ha commentato le parole del tycoon, super favorito per la nomina repubblicana alle elezioni del 2024, che nel corso del programma Meet the Press della Nbc domenica scorsa ha sostenuto di poter “porre fine alla guerra in 24 ore”, senza fornire tuttavia dettagli perché, ha spiegato, perderebbe un vantaggio al tavolo delle negoziazioni.
Incalzato dal giornalista, l’ex presidente Usa ha garantito che il piano non mette in discussione l’integrità territoriale dell’Ucraina. Quindi Mosca non conserverebbe i territori che ha occupato, Crimea e Donbass. “No, no, no. Sarebbe un accordo equo per tutti”.
A ogni modo, ha ribadito, “se le elezioni non fossero state truccate” e alla Casa Bianca ci fosse stato lui, il conflitto “non sarebbe mai iniziato e centinaia di migliaia di persone, inclusi moltissimi soldati, sarebbero ancora vivi”.
Al suo primo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, Zelensky, con la consueta tuta mimetica, ha attaccato Mosca senza giri di parole: “Mentre la Russia spinge il mondo verso la guerra finale, l’Ucraina sta facendo di tutto per garantire che dopo l’aggressione russa nessuno al mondo oserà attaccare un altro Paese. L’uso delle armi deve essere limitato, i crimini di guerra devono essere puniti, le persone deportate devono tornare a casa e l’occupante deve tornare nella propria terra“.
Il leader ucraino ha poi sostenuto che “la Russia non ha di diritto di avere le armi nucleari” e l’ha accusata di “genocidio” per il trasferimento illegale dei bambini ucraini in territorio russo: “Viene insegnato loro a odiare l ‘Ucraina mentre i legami con le famiglie vengono recisi”.
Zelensky ha accusato Mosca di “usare come un’arma” l’energia e il cibo, alludendo all’accordo sull’export del grano ucraino, non rinnovato dalla Russi lo scorso giugno per ottenere “in cambio una parte, se non tutti, i territori ucraini che ha occupato”.
Zelensky ha lanciato quindi un appello ad “agire uniti per sconfiggere l’aggressore”, annunciando che il Paese sta preparando un “vertice mondiale per la pace” invitando “tutti coloro che non tollerano alcuna aggressione a prepararlo insieme” .
Anche il discorso del presidente americano ha dedicato ampio spazio alla guerra in Ucraina. L’Assemblea ha applaudito Joe Biden quando ha condannato l’invasione russa chiedendo di stare a fianco di Kiev anche contro i potenziali aggressori di domani.
“La Russia crede che il mondo si stancherà e permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i princìpi fondamentali della Carta Onu per placare un aggressore, qualunque Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l’Ucraina sia spartita, l’indipendenza degli altri Paesi sarà garantita? La risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha focalizzato il proprio intervento sulle tensioni geopolitiche globali provocate in gran parte della guerra in ucraina.
“L’invasione russa dell’Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, ha scatenato una catena di orrore: vite distrutte, diritti umani violati, famiglie divise, bambini traumatizzati, sogni e speranze spezzati”, ha scandito il numero uno dell’Onu aprendo la 78esima Assemblea generale.
“Al di là dell’Ucraina, la guerra ha gravi implicazioni per tutti. Le minacce nucleari ci mettono a rischio, ignorare i trattati e le convenzioni globali ci rende meno sicuri, l’avvelenamento della diplomazia globale ostacola il progresso su tutti i fronti. Non dobbiamo smettere di lavorare per la pace, una pace giusta in linea con la Carta Onu e il diritto internazionale”.
E a proposito dell’accordo sul grano, Guterres ha ribadito che “il mondo ha un disperato bisogno del cibo ucraino e di quello russo e dei fertilizzanti per stabilizzare i mercati e garantire la sicurezza alimentare. Non rinuncerò ai miei sforzi per realizzarlo”.
Guardando allo stato di salute della democrazia nel mondo, il segretario non ha usato eufemismi: “La democrazia è in pericolo, l’autoritarismo è in marcia, le disuguaglianze crescono. E l’incitamento all’odio è in aumento”.
Sull’annosa questione della riforma delle Nazioni Unite, Guterres ha spronato gli Stati membri: “Il mondo è cambiato, le nostre istituzioni no. È giunto il momento di rinnovare le istituzioni multilaterali basate sulle realtà economiche e politiche del 21mo secolo, ancorate ai princìpi della Carta Onu e al diritto internazionale. Ciò significa riformare il Consiglio di Sicurezza, ridisegnare l’architettura finanziaria internazionale”.
Dal canto suo il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che lo scorso anno ha mediato insieme alle Nazioni Unite l’accordo sui cereali ucraini, si è impegnato a fare di più sul fronte diplomatico per porre fine alla guerra in Ucraina. “Incrementeremo i nostri sforzi per porre fine alla guerra attraverso la diplomazia e il dialogo sulla base dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata a News York lunedì, interverrà all’Assemblea generale oggi alle 19, ora locale. Ieri a margine della cerimonia con cui ha deposto una corona di fiori al monumento di Cristoforo Colombo, è tornata sul tema immigrazione, che sarà anche il focus del suo discorso. “Non permetterò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa“, ha detto ai giornalisti. “Bisogna dichiarare guerra ai trafficanti di uomini”.
A proposito dell’accordo con la Tunisia, ha ribadito che “bisogna mandare avanti il memorandum, implementarlo e fare arrivare le risorse” perché “al di là dei soliti tentativi della sinistra europea di minare un lavoro molto delicato, lungo e faticoso e di non avere spesso il coraggio di farlo a viso aperto, continua a essere la soluzione più sensata”.
E facendo eco a quanto affermato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante la vista a Lampedusa, ha detto che il memorandum siglato con Tunisi andrebbe replicato. “Penso che lo schema vada utilizzato per tutti i Paesi del Nordafrica”.
Meloni quindi ha ribadito la linea del governo di centrodestra sullo stop alle partenze. “La questione non è quella dei ricollocamenti ma come si fermano le partenze illegali, finché in Europa pretendiamo di discutere di come distribuiamo le persone non ne verremo a capo perché nessuno può pensare di fronte a questi flussi di scaricare il problema su un altro”.
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