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I droni iraniani utilizzati da Mosca in Ucraina sono un simbolo del suo “fallimento militare e politico“. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto intervento serale su Telegram. “Il solo fatto che chieda aiuto all’Iran è il riconoscimento da parte del Cremlino stesso del suo fallimento militare e politico“, ha aggiunto, “per decenni hanno speso miliardi di dollari per il loro settore militare e industriale e hanno finito per inchinarsi a Teheran per ottenere droni e missili piuttosto semplici“.
Zelensky ha poi dichiarato che “gli attacchi sferrati dalla Russia ieri in Ucraina hanno interrotto i rifornimenti di corrente e acqua a centinaia di migliaia di ucraini. Un terzo degli impianti del Paese è stato distrutto la settimana scorsa, con l’effetto di provocare massicci blackout in tutta l’Ucraina. Non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin“.
Vista la situazione, il governo ucraino ha invitato i cittadini a fare un un uso “consapevole” dell’elettricità tra le 17 e le 23, sostenendo che più si riducono i consumi, più stabile sarà il funzionamento dell’intero sistema energetico. “Tutti coloro che seguono queste semplici regole per le ore di consumo massimo stanno aiutando l’intero Paese“, ha dichiarato Zelensky nel corso di uno dei suoi ultimi messaggi alla nazione. Ha poi annunciato che per oggi, mercoledì 19 ottobre, è prevista una riunione dedicata alla situazione energetica del Paese e ha assicurato che il governo sta lavorando “a tutti gli scenari possibili“.
Nel frattempo, secondo quanto riportato dall’intelligence britannica, la Russia avrebbe rimosso dai loro incarichi quattro dei cinque generali con comando operativo diretto su elementi relativi all’invasione russa del febbraio 2022. “I sostituti di questi generali finora hanno fatto poco per migliorare le prestazioni sul campo di battaglia. La mancanza di continuità a livello di comando è probabilmente più dirompente che in un esercito occidentale perché secondo la dottrina russa la messa a punto dei piani spetta in gran parte personalmente al comandante, piuttosto che ad uno staff più ampio impegnato in uno sforzo collettivo“. Dal report dell’intelligence emerge anche che “a otto mesi dall’invasione, elementi chiave della leadership militare russa appaiono sempre meno funzionali. A livello tattico c’è quasi certamente una crescente carenza di sottoufficiali capaci di organizzare e guidare i riservisti appena mobilitati”.
Il rapporto contiene anche un riferimento a dei testimoni oculari secondo i quali “l’uccisione di 11 soldati russi vicino a Belgorod da parte di un commilitone reclutato il 15 ottobre 2022 sarebbe avvenuta a seguito di commenti offensivi di un ufficiale nei confronti delle reclute appartenenti a minoranze etniche“. Esiste la possibilità “che lo scarso livello di leadership peggiori il morale e la poca coesione delle unità in molte parti delle forze russe“.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
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