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I missili lanciati dall’esercito russo sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina hanno causato la morte di almeno sette persone e lasciato senza energia elettrica un milione di cittadini. Lo ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso del suo consueto discorso serale alla nazione. “Stiamo facendo di tutto per assicurare la fornitura elettrica”, ha dichiarato il leader. “La difesa aerea ucraina è riuscita ad abbattere sei missili da crociera e cinque droni”, ha aggiunto.
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Zelensky ha poi commentato la sentenza emessa da un tribunale olandese che ha condannato in contumacia all’ergastolo i tre sospettati – due cittadini russi e un ucraino – ritenuti colpevoli dell’abbattimento del volo Mh17 il 17 luglio 2014 in Ucraina.
“In Olanda è stata presa una decisione molto importante. C’è stata la prima condanna per gli assassini che nel 2014 hanno distrutto il Boeing malese nel cielo sopra il Donbass. Tre persone sono state condannate all’ergastolo. Ma questa decisione non riguarda solo loro. La Russia ha mentito molto su questa catastrofe e su questo disastro, ma i fatti chiave ed essenziali sono stati comunque accertati. Ora gli autori sono stati condannati e viene fornito il precedente per condannare anche i colpevoli di grado superiore. Coloro che hanno la piena responsabilità personale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, il crimine originario che ha dato origine a tutti gli altri commessi dai russi dal 2014“.
Ieri, giovedì 17 novembre, la Russia è tornata a colpire l’Ucraina a meno di due giorni di distanza dal devastante attacco che ha visto 100 missili abbattersi su edifici e infrastrutture strategiche. Il nuovo bombardamento ha causato la morte di sette persone: un missile ha colpito il loro condominio a Vilnyansk, vicino alla città meridionale di Zaporizhzhia. Altri razzi russi si sono abbattuti su un impianto di produzione del gas e una fabbrica di missili a Dnipro.
I cittadini ucraini alle prese con le interruzioni di corrente si trovano soprattutto a Kiev, Vinnytsya, nell’Ucraina occidentale, Odessa (sud-ovest) e Sumy (nord-est). Nel frattempo il consiglio dei governatori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica è tornato a chiedere a Mosca il ritiro delle sue truppe dalla centrale di Zaporizhzhia, oltre all’abbandono delle sue “pretese infondate” sulla proprietà dell’impianto e alla cessazione di qualsiasi attività negli impianti nucleari ucraini. La risoluzione è stata sostenuta dalla maggioranza del consiglio, che comprende 35 Paesi. Dal documento emerge, inoltre, che l’Aiea non ha trovato segni di attività nucleare non dichiarata o materiali relativi allo sviluppo di dispositivi di dispersione delle radiazioni (noti come “bombe sporche”) in Ucraina.
Dalla risoluzione dell’Aiea emerge una grande preoccupazione per la pressione sul personale ucraino della centrale di Zaporizhzhia, nonché per le ripetute interruzioni dell’approvvigionamento energetico esterno dovute ai bombardamenti.
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