Nuovo capitolo dell’escalation di tensioni al confine fra Ucraina e Russia. Dopo l’invito di lasciare il Paese del presidente americano Joe Biden rivolto ai suoi connazionali, è Kiev a muovere un’altra pedina sullo scacchiere. L’Ucraina ha infatti lanciato un ultimatum a Mosca: entro 48 dovrà fornire spiegazioni dettagliate sulle esercitazioni militari in corso ai confini dell’ex Stato sovietico. Se il Cremlino non chiarirà la sua posizione, il governo di Kiev si rivolgerà ai Paesi Osce per convocare una riunione straordinaria.
Ad annunciarlo è il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che su Twitter scrive: “Abbiamo ufficialmente innescato il meccanismo per la riduzione dei rischi previsto dal paragrafo III del Documento di Vienna”, ovvero un accordo dell’Osce per il controllo degli armamenti convenzionali. Inoltre, afferma di aver “richiesto alla Russia di fornire spiegazioni dettagliate delle sue attività militari nelle regioni adiacenti al territorio del nostro Paese e in quelli occupati provvisoriamente”.
“Secondo il Documento di Vienna, la Russia ha il dovere di fornire spiegazioni dettagliate sugli obiettivi, la precisa localizzazione e le date della fine delle sue esercitazioni militari”, aggiunge. Il Cremlino dovrà inoltre informare l’Ucraina sulla “designazione, la catena di comando e il numero e il tipo di formazioni militari e degli equipaggiamenti impiegati”. E precisa che la “Russia ha 48 ore per rispondere”.
“In caso di mancata risposta o di risposta insufficiente o irrilevante, l’Ucraina si rivolgerà alla Russia e ad altri Paesi firmatari del Documento di Vienna, per convocare una riunione straordinaria in cui la Russia dovrà fornire spiegazioni. Continueremo a usare tutti gli strumenti diplomatici per garantire la sicurezza dell’Ucraina”, conclude Kuleba.
Nel frattempo, la Nato sta programmando un aumento delle truppe sul fianco orientale dell’Ucraina. Nello specifico in Paesi come la Romania, la Slovacchia e la Bulgaria. La Francia si è già resa disponibile per guidare un gruppo di battaglia in Romania; mentre l’Ungheria fa sapere che non ritiene necessario il dispiegamento di forze alleate sul suo territorio.
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