MONDO

Ucraina, perché nel 2024 non si sono svolte le elezioni?

Donald Trump ha definito Zelensky un “dittatore mai eletto” che rimane al potere contro il volere del popolo, tuttavia le ragioni del mancato appuntamento elettorale sono altre

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente dichiarato che Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, è un “dittatore mai eletto” che rimane al potere contro il volere del popolo. Il tycoon ha criticato il mancato svolgimento delle elezioni presidenziali in Ucraina, che avrebbero dovuto tenersi nella primavera del 2024. Ci sono però delle motivazioni ben precise dietro al mancato appuntamento elettorale e hanno poco o nulla a che fare con la volontà di Zelensky di non rinunciare al suo ruolo.

La situazione attuale in Ucraina

Le elezioni parlamentari erano inizialmente programmate per ottobre 2023, mentre le elezioni presidenziali erano previste per la primavera del 2024. Tuttavia, l’invasione russa su vasta scala, iniziata nel febbraio 2022, ha reso impossibile la realizzazione di questi eventi democratici. La Costituzione ucraina proibisce esplicitamente lo svolgimento di elezioni durante la legge marziale, attualmente in vigore a causa della guerra con la Russia. Tale divieto non è solo giuridico, ma si basa su problematiche pratiche e di sicurezza che renderebbero impossibile garantire un processo elettorale equo e trasparente.

Un carro armato ucraino pattuglia le strade | EPA/SERGEY KOZLOV – Newsby.it

A oggi, circa il 18% del territorio ucraino è sotto occupazione russa e milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare il proprio Paese. Al contempo, decine di migliaia di ucraini stanno combattendo in prima linea per difendere la loro patria. La guerra ha inflitto danni ingenti alle infrastrutture civili, rendendo impossibile organizzare seggi elettorali sicuri. La vita quotidiana è caratterizzata da bombardamenti incessanti, colpendo non solo obiettivi militari, ma anche scuole, ospedali e centri commerciali, creando un clima di terrore che non consente di pensare a un normale processo elettorale.

La percezione degli ucraini sulle elezioni

Un sondaggio condotto nel novembre 2023 dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv ha rivelato che l’81% degli ucraini è d’accordo sulla necessità di rimandare le elezioni fino alla fine della guerra. Questo dato riflette una coscienza collettiva che va oltre la semplice logica elettorale: gli ucraini comprendono che, in questa fase, la priorità deve essere la sicurezza e la stabilità del Paese. La guerra non ha solo distrutto vite, ma ha anche trasformato il panorama politico e sociale, rendendo difficile, se non impossibile, un esercizio democratico regolare.

La questione della partecipazione alle elezioni è cruciale. Molti ucraini, infatti, non possono recarsi fisicamente ai seggi elettorali. In particolare, i membri delle forze armate, attualmente circa settecentomila, sono impegnati nelle operazioni di combattimento e non potrebbero né votare né candidarsi. Inoltre, coloro che sono fuggiti all’estero superano gli 8 milioni e le strutture per accogliere un numero così elevato di elettori all’estero sono insufficienti.

Le sfide organizzative e di sicurezza

L’impossibilità di svolgere delle regolari elezioni dipende anche da altri fattori. Un aspetto importante da considerare è quello della sicurezza: la Russia ha colpito infrastrutture civili e ha creato situazioni di pericolo per la popolazione. La presenza di grandi assembramenti di persone nei seggi elettorali rappresenterebbe un bersaglio ideale per attacchi aerei o missilistici, mettendo a rischio la sicurezza degli elettori e la credibilità del processo elettorale.

Anche i costi sono un fattore da non sottovalutare. Dopotutto, organizzare le elezioni in un  momento di crisi richiede ingenti risorse finanziarie. Nel 2019, il bilancio per le elezioni parlamentari e presidenziali era di circa 4,3 miliardi di grivnie ucraine (UAH). Ora, con la guerra in corso, tali spese rappresenterebbero un dispendio inaccettabile, sottraendo fondi a settori cruciali come la difesa e l’assistenza sociale.

Inoltre l’articolo 83 della Costituzione dell’Ucraina stabilisce che il presidente rimane in carica fino all’insediamento di un nuovo eletto, garantendo così la continuità del governo in tempi di crisi. La legislazione ucraina non prevede che un’elezione possa avvenire in un contesto di guerra e qualsiasi tentativo di modificare queste norme sarebbe impossibile sotto legge marziale.

Per approfondire: Ucraina, Trump si scaglia contro Zelensky: “È un dittatore”

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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