Ore di tensione all’interno dell’impianto chimico Azot, a Severodonetsk, dove ci sono ancora più di 500 civili e alcune unità militari dell’Ucraina. La Russia ha intimato ai difensori di arrendersi entro le prime ore di oggi, mercoledì 15 giugno. Mosca, inoltre, ha annunciato l’apertura di un corridoio umanitario per consentire l’evacuazione dei civili dalla fabbrica. Tra di essi ci sono anche 40 bambini.
In base a quanto riferito dall’intelligence del Regno Unito nel suo ultimo rapporto, “dopo più di un mese di pesanti combattimenti, le forze russe ora controllano la maggior parte di Severodonetsk”. Ha aggiunto che “le tattiche di guerra urbana della Russia, che fa affidamento sull’uso massiccio di artiglieria, hanno generato ingenti danni collaterali in tutta la città. Elementi delle forze armate ucraine, assieme a diverse centinaia di civili, hanno trovato rifugio nei bunker sotterranei dell’impianto chimico di Azot, nella zona industriale della città”. Nel rapporto, inoltre, si legge che “le forze russe rimarranno verosimilmente appostate intorno all’impianto finché i combattenti ucraini potranno resistere sottoterra. Ciò probabilmente impedirà temporaneamente alla Russia di riassegnare queste unità per missioni altrove. È altamente improbabile che la Russia abbia previsto un’opposizione così forte, o un conflitto così lento e logorante al momento della sua pianificazione dell’invasione”.
Nel frattempo, gli scontri nel Donbass, situato nell’Ucraina sud-orientale, stanno proseguendo. Durante uno dei consueti aggiornamenti, Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, ha dichiarato che “nel corso dell’ultima giornata non sono avvenuti cambiamenti drastici per il Donbass. I combattimenti più feroci sono a Severodonetsk e in tutte le città e comunità vicine, come prima. Le perdite, purtroppo, sono dolorose. Ma dobbiamo resistere. Si tratta del nostro stato. Più perdite subirà il nemico e meno potere avrà per continuare l’aggressione. Pertanto, il Donbass è la chiava per determinare chi avrà la meglio nelle prossime settimane. Abbiamo perdite dolorose anche nella regione di Kharkiv, dove l’esercito russo sta cercando di rafforzare le proprie posizioni. Le battaglie in quella zona continuano e dovremo ancora lottare duramente per garantire la completa sicurezza di Kharkiv e della regione”.
Nel suo ultimo videomessaggio, Zelensky è tornato a chiedere altri armamenti. Ha poi sottolineato che i prossimi colloqui con i politici (europei e non) saranno importanti per fornire all’Ucraina “un sistema antimissile moderno”.
Su Telegram, l’ex presidente russo Dmitri Medvedev ha messo in dubbio che tra due anni l’Ucraina esisterà ancora. ”Solo una domanda: chi ha detto che l’Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?”. La nuova frase shock arriva a pochi giorni di distanza dall’attacco contro l’Occidente.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
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