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MONDO

Ucraina, ora si combatte anche in Russia: l’attacco nella regione di Kursk e le sue conseguenze

Ora si combatte anche all’interno della Federazione. Il rischio di ulteriore escalation e le dichiarazioni di sostegno dell’Unione Europea a Kiev

Nelle ultime 24 ore, il conflitto tra Russia e Ucraina ha subito una drammatica evoluzione, con le forze armate ucraine che hanno lanciato un’incursione senza precedenti nella regione di Kursk, al confine meridionale della Russia. Questa decisione ha segnato un significativo cambiamento nello scenario della guerra, con le forze di Kiev che cercano di rompere le linee difensive russe e avanzare in territorio nemico. Tuttavia, mentre Mosca fornisce una narrazione dettagliata degli eventi, Kiev mantiene il silenzio sulle operazioni in corso, lasciando spazio a speculazioni e incertezze.

L’incursione ucraina nella regione di Kursk rappresenta uno degli sviluppi più significativi del conflitto tra Russia e Ucraina negli ultimi mesi. Mentre. La reazione internazionale, con l’Unione Europea che sostiene il diritto dell’Ucraina a difendersi anche sul territorio russo, e le dichiarazioni di figure chiave come Medvedev, suggeriscono che il conflitto potrebbe entrare in una nuova fase di escalation. Nel frattempo, l’impatto sui civili continua a crescere, con evacuazioni e vittime in continuo aumento.

L’attacco ucraino: i dati e le dichiarazioni da Mosca

Secondo le informazioni provenienti da Mosca, il generale Valeri Gerasimov, capo di stato maggiore delle forze armate russe, ha riferito che circa 1.000 soldati ucraini sono riusciti a penetrare nel territorio della Federazione. “Circa 100 di loro sono stati uccisi, mentre altri 215 sono rimasti feriti,” ha dichiarato Gerasimov, suggerendo che l’operazione sia stata per lo più respinta. Il generale ha inoltre sottolineato che “l’operazione terminerà con la distruzione del nemico e con il ripristino del confine”, parole che riflettono la determinazione di Mosca a difendere il proprio territorio.

Il presidente russo Vladimir Putin, in una serie di incontri con il governo e con il Consiglio di sicurezza, ha definito l’attacco ucraino “una provocazione” e ha denunciato presunti attacchi contro i civili. Putin ha inoltre sottolineato la necessità di fornire “assistenza ai residenti” della regione di Kursk, evidenziando la gravità della situazione e l’impatto dell’incursione sulle comunità locali.

Il Ministero della Difesa russo ha confermato che alcune unità ucraine sono effettivamente riuscite a entrare in territorio russo, ammettendo un cambiamento di rotta rispetto alla dichiarazione del giorno precedente, in cui si negava qualsiasi infiltrazione. Per contrastare l’avanzata ucraina, Mosca ha lanciato una serie di missili Iskander contro le forze nemiche, un’azione documentata in un video diffuso dal ministero stesso. I combattimenti si sono intensificati nei distretti di Sudzhensky e Korenevskij, nella regione di Kursk, con truppe di terra, artiglieria e aviazione impegnate nello scontro.

Il silenzio di Kiev e le speculazioni sui social media

Mentre le autorità russe forniscono una narrazione dettagliata degli eventi, l’Ucraina mantiene un silenzio ufficiale sulle operazioni in corso. Questo silenzio ha alimentato speculazioni sui social media, dove circolano video e immagini che presumibilmente mostrano la resa di decine di soldati russi e l’evacuazione di centinaia di civili dall’area di Sudzha. Tuttavia, è difficile verificare l’autenticità di queste informazioni, e la mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Kiev rende complicato ottenere un quadro chiaro della situazione.

I media ucraini, in assenza di informazioni ufficiali, hanno ripreso i video pubblicati sui social, cercando di fornire un resoconto della situazione sul campo. Nonostante ciò, resta difficile stabilire con certezza se le forze ucraine siano riuscite a prendere il controllo di alcuni dei territori coinvolti nell’offensiva.

Un aspetto particolarmente preoccupante è la presenza di una centrale nucleare nella regione di Kursk. Secondo l’agenzia ucraina Unian, l’impianto non dispone di un piano di sicurezza in caso di attacco, poiché si affida interamente alla protezione delle forze armate russe, attualmente presenti sul sito. Questo aggiunge un ulteriore elemento di rischio in una situazione già estremamente tesa e potenzialmente pericolosa.

La reazione della comunità internazionale e le parole di Podoliak

L’incursione ucraina ha suscitato reazioni a livello internazionale, con l’Unione Europea che ha espresso il suo sostegno al diritto dell’Ucraina di difendersi e di attaccare il nemico, anche sul territorio russo. Peter Stano, portavoce della Commissione europea, ha dichiarato: “Pensiamo che l’Ucraina stia combattendo una legittima difesa contro un’aggressione illegale e, nel quadro di questi legittimi diritti di difesa, ha il diritto di attaccare il nemico ovunque lo ritenga necessario, sul suo territorio, ma anche sul territorio del nemico”.

In Ucraina, Mykhail Podoliak, consigliere dell’amministrazione presidenziale, ha commentato l’incursione in corso, definendola una “conseguenza dell’aggressione russa”. Podoliak ha ribadito che “la causa principale di ogni escalation, di ogni bombardamento, di ogni azione militare, anche nelle regioni di Kursk e Belgorod, è esclusivamente l’inequivocabile aggressione della Russia” e la sua invasione dell’Ucraina, che dura ormai da più di due anni.

La risposta russa: verso una nuova fase del conflitto?

In risposta all’incursione ucraina, Mosca sembra prepararsi a intensificare ulteriormente le operazioni militari. Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha suggerito che le truppe russe dovrebbero “cambiare obiettivo”. In un messaggio su Telegram, Medvedev ha dichiarato: “Da questo momento, l’operazione militare speciale dovrebbe acquisire un carattere dichiaratamente extraterritoriale. Non è più solo un’operazione per restituire i nostri territori ufficiali e punire i nazisti. È possibile e necessario recarsi nelle terre dell’Ucraina ancora esistente, a Odessa, Kharkiv e Dnepropetrovsk così come a Kiev. Non dovrebbero esserci restrizioni nei confronti di determinati confini riconosciuti dal Reich ucraino”.

Medvedev – Foto | Newsby

Le parole di Medvedev sembrano suggerire una volontà di espandere l’operazione militare oltre i territori attualmente contesi, arrivando fino alla capitale ucraina e ad altre città chiave. Questa dichiarazione potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase del conflitto, con un’escalation che potrebbe portare a una maggiore intensificazione dei combattimenti e a un ampliamento del teatro delle operazioni.

L’impatto sui civili e le operazioni di evacuazione

L’incursione ucraina nella regione di Kursk ha avuto un impatto significativo sulla popolazione civile. Secondo le autorità russe, l’attacco ha causato la morte di cinque persone e oltre venti feriti. Inoltre, le autorità ucraine hanno disposto l’evacuazione di 6.000 persone dalle aree vicine, come misura precauzionale. Tuttavia, nessuna delle due parti ha fornito commenti dettagliati sui numeri ufficiali di morti e feriti, rendendo difficile avere un quadro chiaro della situazione umanitaria.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese.

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