La guerra scatenata dall’invasione della Russia in Ucraina arriva al suo 70esimo giorno, con poche certezze se non quella che l’apprensione del mondo è sempre maggiore. Le truppe di Mosca, infatti, continuano la propria avanzata nel territorio nemico (anche a Ovest, in particolare in Transcarpazia, al confine con l’Ungheria). Gli attacchi missilistici più severi continuano tuttavia a concentrarsi nella regione del Donbass, con nuovi morti.
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Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadisce: “Il nostro obiettivo è ripristinare l’integrità territoriale del Paese. Inclusa la Crimea“. Nel frattempo, l’Unione europea continua a faticare nel prendere una posizione netta nei confronti del governo di Mosca.
Il Consiglio europeo non è infatti riuscito a trovare un accorso sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. La riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 (Coreper) è terminata senza un’intesa sulle proposte presentate dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, anche a causa del poco tempo a disposizione per approfondirne i contenuti. Come riferisce l’Ansa, il Coreper tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, forse già domani. Intanto, l’Ungheria ha già fatto sapere che non sosterrà la proposta dell’Ue per un embargo graduale sul petrolio russo così come è stata presentata. Lo ha riferito il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs.
A quanto si apprende, Ungheria e Slovacchia hanno chiesto, a fronte di una possibile deroga per loro fino alla fine del 2023, di avere più tempo prima di interrompere il flusso del petrolio che arriva loro dalla Russia. “Dal punto di vista puramente tecnologico – ha affermato il ministro delle Finanze bulgaro, Assen Vassiliev – la Bulgaria può fare a meno del petrolio russo, ma ciò aumenterebbe notevolmente il costo dei carburanti nel Paese. Pertanto, se la Commissione europea consente eccezioni dell’embargo petrolifero, anche la Bulgaria eserciterà il diritto di chiederle“. “I Paesi dell’Ue che continueranno ad opporsi all’embargo sul petrolio russo sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino”. Così, invece, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Per oggi è in programma un intervento del presidente ucraino davanti al parlamento albanese. Di lui è tornato a parlare anche Vladimir Putin, ancora raggiunto da Emmanuel Macron in un tentativo di trovare nuovi margini di mediazione. Ma, secondo il presidente della Russia, “Kiev non è pronta per negoziati seri“. Severo con Mosca, invece, continua ad essere Joe Biden: “Hanno commesso molti crimini di guerra. Se non ci opponiamo ai dittatori, continueranno ad arrivare“, ha affermato il presidente Usa.
Intanto, il Cremlino rende noto che al momento non c’è nessun accordo per un eventuale incontro fra Putin e Papa Francesco. La Chiesa ortodossa russa, tramite il suo portavoce, afferma invece che il pontefice, nell’intervista al Corriere della Sera, “ha travisato la sua conversazione con il patriarca Kirill“. Lo riporta la Tass. “Io penso che a questo punto non ci sono altri passi da fare: si è offerta la disponibilità del Santo Padre di andare a Mosca, di incontrare personalmente il presidente Putin. Aspettiamo che siano loro a reagire, a dirci che cosa vogliono. Più di così non credo che da parte del Santo Padre ci possa essere qualche ulteriore iniziativa da prendere“. Questo invece il commento del segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin.
Intanto continuano le operazioni di evacuazione da Azovstal, l’acciaieria della cittadina di Mariupol. Martedì, in base a quanto riferito dallo stesso Zelensky, 156 persone di nazionalità ucraina erano riuscite a spostarsi dal luogo ormai al centro della più severa offensiva russa recandosi a Zaporizhzhia. Petro Andryushchenko, un consigliere del sindaco della città portuale, ha diffuso via Telegram le immagini degli assalti alla struttura. Mentre il primo cittadino, Vadym Boichenko, ha resto noto che con l’intensificarsi dei raid russi si sono persi i contatti con i difensori ucraini asserragliati nella fabbrica.
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Nelle ultime ore l’impianto è infatti diventato teatro di “violenti combattimenti“, come conferma Boichenko alla tv ucraina. E non si è fatta attendere la replica del Cremlino, che nega l’assalto all’acciaieria Azovstal. “L’ordine è stato dato pubblicamente dal comandante in capo (Putin, ndr) di annullare qualsiasi assalto. Non c’è nessun assalto“. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, sostenendo poi che le forze di Mosca intervengono solo per “fermare rapidamente i tentativi” dei combattenti ucraini di raggiungere delle “postazioni di tiro“.
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La deputata ucraina Kira Rudik ha affermato che nell’acciaieria ci sono ancora 30 bambini. Lo scrive il Guardian. Rudik ha detto che sono stati almeno 20 tentativi, falliti, di evacuare le persone dall’acciaieria. “Potete immaginare le nostre lacrime quando il primo gruppo” di persone “è stato messo in salvo“. Secondo la parlamentare, “l’obiettivo principale” ora è fare una valutazione su tutti i bambini che sono ancora nello stabilimento, insieme alle donne, agli anziani e ai soldati feriti. Il passo più complicato riguarda invece i soldati feriti perché la Russia non permette loro di uscire.
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Zelensky ha affermato che le 156 persone evacuate dall’acciaieria Azovstal, a Mariupol, sono arrivate ieri a Zaporizhzhia nel suo ultimo consueto video-discorso di fine giornata. “Finalmente abbiamo il primo risultato della nostra operazione di evacuazione a Mariupol, che stiamo organizzando da molto tempo – ha dichiarato il presidente dell’Ucraina –. Finalmente queste persone sono completamente al sicuro. Le truppe russe non stanno rispettando gli accordi di cessate il fuoco, continuando con massicci attacchi all’Azovstal. Ma credo che ci sia la possibilità di salvare il resto del nostro popolo” da lì.
Zelensky ha quindi garantito che l’impegno per garantire la salvezza ai civili nell’acciaieria è totale. “Continueremo a fare di tutto per far uscire la nostra gente da Mariupol e Azovstal, sia civili che militari. È difficile, ma abbiamo bisogno di tutti coloro che sono lì. Non c’è stato un solo giorno in cui non ci siamo occupati di loro, in cui non abbiamo cercato di risolvere la questione“, ha aggiunto il presidente dell’Ucraina nel suo video-messaggio.
Secondo Sergii Gaidai, capo dell’amministrazione militare regionale ucraina di Lugansk, l’esercito di Mosca avrebbe tuttavia effettuato ben 34 attacchi missilistici nella zona in tutta la giornata di martedì, uccidendo almeno due persone. “Stanno cancellando dalla mappa la città di Popasna“, è il suo allarme. Sia a Lysychansk che a Sirotyn non esistono più le scuole cittadine. Spaventano però i missili in Transcarpazia, regione mai colpita finora dalle truppe di Putin. È però avvenuto nelle scorse ore, come denunciato dal governatore della regione, Viktor Mikita. E il territorio si trova al confine con l’Ungheria (e, quindi, dell’Unione europea).
Questa mattina, infine, un elicottero militare russo ha violato lo spazio aereo della Finlandia, che sta valutando il suo ingresso nella Nato. Lo ha denunciato il ministero della Difesa di Helsinki. “Il velivolo era un elicottero Mi-17 e la profondità della presunta violazione è stata compresa tra quattro e cinque chilometri”, ha detto all’Afp un portavoce del ministero. Si tratta della seconda violazione denunciata dalla Finlandia quest’anno, dopo l’incursione del mese scorso di un aereo da trasporto appartenente alle forze armate russe.
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