Per la Russia è “reale” il rischio che il conflitto in Ucraina si trasformi nella Terza guerra mondiale. È, in sintesi, quanto ha detto ieri sera il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di un’intervista televisiva. Il titolare della diplomazia di Mosca ha dunque alzato i toni dello scontro con l’Occidente, sostenendo che gli Usa – tramite la fornitura di armi a Kiev – sono già parte del conflitto. Intanto Vladimir Putin ha incontrato a Mosca il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Le parti sono sembrate comunque lontanissime dal raggiungimento di un compromesso.
Chiarissima la richiesta dell’Onu alla Russia. “Chiediamo un cessate il fuoco il prima possibile – ha spiegato Guterres –. Qualsiasi regola stabilita deve esserlo con il consenso della comunità internazionale e nel rispetto del diritto internazionale. Questa questione deve essere risolta con strumenti stabiliti dallo Statuto dell’Onu“.
Le condizioni della Russia, tuttavia, non cambiano. “I colloqui vanno avanti, si tengono online, speriamo ci siano risultati positivi. Ma senza un accordo sulla Crimea e sul Donbass non è possibile firmare garanzie di sicurezza sull’Ucraina“, ha affermato Putin. Che si è poi soffermato su uno dei momenti a oggi più delicati del conflitto: “Sappiamo chi ha messo in scena questa provocazione a Bucha. L’esercito russo non ha nulla a che fare con quello che è avvenuto“.
A proposito della minaccia di terzo conflitto mondiale, Lavrov ha invece ribadito che, secondo il Cremlino, una guerra nucleare è inaccettabile. Non è tardata ad arrivare la risposta di Kiev, per mano del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. “La Russia ha perso l’ultima speranza di spaventare il mondo nel suo sostenere l’Ucraina – ha scritto su Twitter -. Il discorso di un ‘reale’ pericolo di Terza guerra mondiale significa solo che Mosca avverte la sconfitta”. Nel dibattito si è inserita anche la Cina, con Pechino che dice di non voler cercare un conflitto mondiale e lanciando l’appello per un accordo di pace.
Nel suo ultimo videomessaggio, invece, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a paragonare il suo omologo russo, Vladimir Putin, ad Adolf Hitler. E ha poi rimarcato l’importanza di fermarlo: “Tutti nel mondo, anche coloro che non ci sostengono apertamente, concordano sul fatto che è in Ucraina che si decide il destino dell’Europa e della sicurezza globale, il destino del sistema democratico. La Russia può spendere enormi risorse per sostenere la guerra e per opporsi anche all’intero mondo libero, ma le lezioni della storia sono ben note: se hai intenzione di costruire un Reich millenario, perdi”.
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“Molte città e comunità – ha aggiunto – sono ancora sotto il controllo temporaneo dell’esercito russo. Ma non ho dubbi che sia solo questione di tempo prima di liberare la nostra terra. In due mesi hanno usato più di 1.100 missili contro di noi, ma non hanno ottenuto nulla e non ci riusciranno. Un mese fa dovevamo ancora convincere diversi Paesi che scommettere sull’Ucraina significa vincere. E ora lo sanno tutti”.
Prima di parlare al Cremlino con Putin, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha incontrato a Mosca Lavrov. Guterres ha dichiarato che “siamo interessati a trovare i modi per creare le condizioni di un cessate il fuoco in Ucraina il prima possibile. Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile” per raggiungere questo obiettivo.
Prima della visita a Mosca, Kuleba ha chiesto al segretario delle Nazioni Unite di premere con Putin per l’evacuazione della città di Mariupol. “È una cosa che l’Onu è in grado di fare”, ha detto, esprimendo tuttavia la preoccupazione che Guterres possa “cadere nella trappola” del Cremlino. Il ministro degli Esteri ucraino non crede infatti che Mosca voglia negoziare seriamente. Secondo lui, Lavrov non è “pronto per una conversazione seria” e la Russia non è “pronta a trovare soluzioni al tavolo dei negoziati”.
Dagli Stati Uniti arriva invece la notizia che l’Amministrazione guidata da Joe Biden starebbe valutando un pacchetto da cinque miliardi di aiuti per fare fronte alla crisi alimentare globale provocata dalla guerra. E un nuovo allarme sul tema arriva dal Regno Unito, secondo cui è probabile che il raccolto di grano ucraino diminuisca del 20% quest’anno rispetto al 2021 a causa della riduzione delle aree di semina a seguito dell’invasione russa.
Passando al fronte militare, questa mattina si sono registrati tre attacchi aerei russi nella città meridionale di Zaporizhzhia. E due missili da crociera dell’esercito di Mosca hanno sorvolato a bassa quota la centrale nucleare a Energodar.
L’esercito ucraino, di contro, ha distrutto un deposito di munizioni e ucciso 70 soldati russi nella zona di Velyka Aleksandrovka, nella regione di Kherson, nel Sud del Paese. Si registrano infine diversi attacchi in Transnistria. Le autorità dell’autoproclamata repubblica moldava hanno pertanto deciso di alzare le misure di sicurezza portando l’allerta terrorismo al livello rosso.
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