Sale in tutto il mondo la pressione nei confronti del Cremlino e del presidente russo Vladimir Putin, reo di aver riportato la guerra in Europa invadendo l’Ucraina. Da più parti, infatti, si moltiplicano i provvedimenti e le sanzioni contro la Russia, ora esclusa (insieme alla Bielorussia) anche dalle Paralimpiadi invernali.
Intanto continuano i combattimenti in tutta l’Ucraina, che oggi si è risvegliata nel pieno dell’ottavo giorno di conflitto. Ieri gli hacker di Anonymous hanno rivelato un presunto piano segreto di Mosca che prevedeva di conquistare il Paese in appena due settimane. Nelle ultime ore si è svolto il secondo round di negoziati fra le delegazioni russa e ucraina. Lo ha annunciato su Twitter Mikhailo Podoliak, il consigliere del presidente ucraino.
“Il secondo round di colloqui è terminato. Purtroppo non sono stati raggiunti i risultati che l’Ucraina voleva. È stata presa solo una decisione sull’organizzazione dei corridoi umanitari”. Diversa la posizione di Vladimir Medinsky, il capo-negoziatore russo. Secondo lui i colloqui hanno permesso di ottenere dei “progressi significativi”. “Le posizioni della Russia e dell’Ucraina sono chiare. Un accordo è stato raggiunto su alcune delle questioni sollevate”, ha detto ancora Medinsky, secondo cui sono state discusse questioni umanitarie e militari e una possibile futura soluzione politica al conflitto. Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un terzo incontro tra le delegazioni.
Nel corso della giornata è arrivato un avvertimento da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Se l’Ucraina cade, la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l’Europa orientale“. Putin, invece, ha riconfermato le sue posizioni. “Non ritornerò mai indietro sulla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo. I militari russi stanno combattendo per la pace, per non avere un’anti-Russia“ creata dall’Occidente “che ci minaccia, anche con armi nucleari“.
Nella giornata di ieri i missili hanno colpito ancora obiettivi civili, stazioni tv e università. Mosca ha annunciato la conquista di Kherson, mentre la città di Mariupol, nel Donbass, è circondata e senz’acqua. Le esplosioni si sono ripetute durante tutta la notte appena trascorsa anche nella capitale del Paese, Kiev. A Kharkiv sono invece entrati i parà russi e i bombardamenti hanno colpito tre scuole e la cattedrale. Fra le vittime c’è anche Maryna Fenina, membro della missione speciale di monitoraggio dell’Osce in Ucraina.
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Drammatiche sono le immagini che provengono da Melitopol, città dell’Ucraina Sud-orientale nell’oblast’ di Zaporizhia. Nei video che circolano in rete si vedono infatti dei militari russi che sparano con le mitragliatrici sui civili disarmati in protesta. Dall’inizio del conflitto a oggi, secondo il governo ucraino ci sarebbero almeno 2mila vittime civili.
L’Onu ne ha accertate 227, mentre i feriti sono 525 (e stima in un milione i profughi in fuga). Le Nazioni Unite ritengono comunque che il bilancio reale delle vittime sia “notevolmente più alto”, specialmente nel territorio controllato dal governo, a causa dei ritardi nelle segnalazioni. Intanto, anche la Russia ha ammesso 500 vittime fra i suoi soldati.
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Un’altra testimonianza di resistenza civile arriva da Ternopil, dove decine di donne e bambini hanno occupato una scuola della città. Nonostante la vicinanza con la frontiera polacca, però, nessuno sembra intenzionato a fuggire. Ecco alcune testimonianze raccolte da Francesco Maviglia, inviato di Alanews in Ucraina. “Se scappiamo chi aiuterà questa gente? – racconta in italiano Anna, che ha vissuto per nove anni a Napoli -. Conosco molte persone che, residenti all’estero, stanno tornando in Ucraina per combattere o semplicemente per aiutare”.
“Sono rientrata da tre anni per stare con la mia famiglia – aggiunge -. Qui tessiamo le reti attraverso le quali i nostri combattenti possono nascondere i mezzi e se stessi: siamo tutti volontari, c’è stata una partecipazione immediata e tanti vogliono dare il loro contributo”. Nella scuola ci sono anche giovani donne che vedono in questa guerra la privazione del proprio futuro, come Nadiya e Maryna: “Stiamo dando una mano qui e vorremmo la pace. Ringraziamo l’Italia perché sappiamo che ci sta aiutando. Chiediamo a tutti gli altri paesi di aiutarci a porre fine a questa guerra”.
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In una base militari ucraina c’è un prete che dà la sua benedizione ai soldati prima di andare al fronte. I combattenti, che fino a qualche giorno fa erano civili, prendono le armi per difendere il proprio Paese. “Preferisco morire in battaglia che vivere da schiavo tutta la vita”, dice Michele, 63 anni. Attualmente è vice responsabile del sistema logistico di approvvigionamento e rifornimento dei militari, ma prima dell’invasione russa faceva il ristoratore. Nel frattempo, dopo la benedizione, i soldati riuniti sul piazzale si uniscono in un grido liberatorio sotto la neve: “Slava Ukraini!”. Tradotto: “Gloria all’Ucraina!”.
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Come detto, l’invasione russa sta attirando sul Cremlino il forte pressing di tutto il mondo sul Cremlino. La Corte penale internazionale, ad esempio, ha aperto un’indagine su presunti crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina, denunciati anche da Zelensky. Quest’ultimo oggi è tornato a parlare alla nazione in un video in cui dichiara: “Ricostruiremo ogni casa, ogni strada, ogni città. E diciamo alla Russia: impara le parole ‘riparazione’ e ‘contributo’. Ci rimborserete per intero per tutto quello che avete fatto contro il nostro Stato e contro ogni ucraino. E non dimenticheremo tutti i morti“.
L’Onu ha approvato con una maggioranza schiacciante la risoluzione contro Mosca, chiedendo un ritiro “immediato” delle truppe e condannando le minacce nucleari di Putin. Il governo canadese ha invece annunciato nuove sanzioni con imminenti misure contro dieci persone chiave di due compagnie energetiche russe, Rosneft e Gazprom. Anche l’Ue ha aggiunto alla sua “black list” 26 soggetti e una società che farebbero parte della rete finanziaria, militare e propagandistica dello ‘Zar’. La Germania si appresta ad inviare altri 2.700 missili antiaerei all’Ucraina; mentre la Francia raccomanda “fortemente” ai suoi cittadini di lasciare la Russia se la propria presenza “non è essenziale”.
E continuano le proteste contro la guerra anche in Russia, nonostante il blocco imposto dal governo russo sulle notizie riguardanti il conflitto. Nel mirino ci sono anche le principali testate giornalistiche indipendenti del Paese e secondo il Dipartimento di Stato americano si tratta di una “guerra totale alla libertà dei media e alla verità”. Durante una manifestazione a San Pietroburgo la polizia ha arrestato Yelena Osipova, 77 anni, nota sopravvissuta all’assedio di Leningrado.
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I soldati ucraini hanno issato oggi la bandiera nazionale a Bucha, città a 30 km dal centro di Kiev e teatro di scontri e bombardamenti russi nei giorni scorsi. Lo rende noto la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, citata dai media locali che sottolineano che “gli ucraini hanno cacciato il nemico“ dalla città.
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A Okhtyrka, nell’Ucraina nord-orientale, i russi hanno attaccato un centrale termica. I soccorritori sono al lavoro sul luogo dell’offensiva; due sono le persone trovate morte, mentre una donna è stata liberata dalle macerie.
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