Come anticipato dai media Usa, il dipartimento di Stato americano ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina per 325 milioni di dollari.
“Grazie per la vitale assistenza fornita dagli Stati Uniti all’Ucraina per combattere il terrore russo. È esattamente ciò di cui i nostri soldati hanno bisogno adesso“, ha detto il leader ucraino Volodymyr Zelensky dalla Casa Bianca, dove si trovava in visita dopo la partecipazione all’Assemblea generale dell’Onu, prima di partire alla volta del Canada.
Gli aiuti militari includono nuovi sistemi di difesa anti-aerea, munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo, che “miglioreranno ulteriormente la capacità dell’Ucraina di continuare la sua controffensiva”, si legge in una nota del segretario di Stato Antony Blinken.
Biden dal canto suo ha riaffermato “l‘impegno a lungo termine della Casa Bianca per la sicurezza dell’Ucraina” e l’obiettivo di una “una pace giusta e duratura, che rispetti la sovranità ucraina e la sua integrità territoriale“. Il presidente Usa ha quindi elogiato “l’enorme coraggio” del popolo ucraino, che “ha davvero ispirato il mondo con la determinazione a difendere questi princìpi. Insieme ai nostri partner e alleati il popolo americano è determinato a fare tutto il possibile per garantire che il mondo sia dalla vostra parte”.
Dal Campidoglio, dove Zelensky ha incontrato il leader del Congresso, è però arrivata la doccia fredda. Lo speaker della Camera americana, il repubblicano Kevin McCarthy, ha escluso di calendarizzare l’approvazione di un pacchetto di aiuti da 24 miliardi di dollari all’Ucraina entro la fine dell’anno, come chiesto da Joe Biden.
“Guardate, abbiamo il nostro bilancio interno di cui occuparci qui in America . Ci sono 10mila persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo” a Kiev, ha detto McCarthy alludendo ai migranti che dal Messico entrano negli Stati Uniti, pur descrivendo l’incontro con il presidente ucraino “positivo” e “produttivo”.
A rincarare la dose, la lettera indirizzata al presidente americano firmata da 23 deputati e sei senatori conservatori che si oppongono alla richiesta di ulteriori 24 miliardi di dollari di nuovi aiuti per l’Ucraina avanzata dal presidente Joe Biden. La missiva, pubblicata dal Wall Street Journal nel giorno della visita al Congresso, i repubblicani criticano la strategia della Casa Bianca sollevando dubbi sull’utilizzo dei fondi e sul fatto che Kiev stia facendo progressi contro la Russia.
“Il popolo americano si merita di sapere dove sono andati i loro soldi. Come sta andando la controffensiva? Gli ucraini sono più vicini alla vittoria di quanto lo fossero sei mesi fa? Qual è la nostra strategia e qual è l’exit plan del presidente? L’amministrazione cosa considera vittoria?”, si legge nella lettera.
Secondo i firmatari sarebbe “un’assurda rinuncia alla responsabilità del Congresso”, continuare ad accogliere le richieste di aiuto a Kiev che arrivano dalla Casa Bianca senza prima fare chiarezza. “Certamente fino a quando non riceveremo risposta a queste ed altre domande, ci opponiamo a altre spese per la guerra in Ucraina”.
Una posizione non condivisa da Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana al Senato, che dopo l’incontro a Capitol Hill con Zelensky ha ribadito il proprio appoggio agli aiuti a Kiev. “Il sostegno americano all’Ucraina non è carità, è un investimento per i nostri stessi interessi diretti”, ha detto il senatore. “Diminuire la forza militare della Russia è un deterrente nei confronti del nostro principale avversario strategico”.
“Se non riceveremo gli aiuti, perderemo la guerra” contro la Russia, è stato d’altro canto il messaggio consegnato da Zelensky ai senatori durante l’incontro a Capitol Hill.
Il Pentagono intanto, attraverso il portavoce del Pentagono Pat Ryder, ha fatto sapere che i carri armati americani Abrams arriveranno in Ucraina “nei prossimi giorni, nelle prossime settimane”. Quanto all’addestramento dei piloti ucraini all’uso degli F-16 negli Stati Uniti, ha precisato che inizierà “a breve”.
Intanto dall’altra parte dell’oceano un altro stop agli aiuti militari è arrivato dalla Polonia, ultimo capitolo del botta e risposa andato in scena negli ultimi giorni tra Kiev e Vasarvia, dopo che Zelensky all’Assemblea generale dell’Onu aveva criticato la decisione – da parte di Polonia, Ungheria e Slovacchia – di imporre l’embargo sul grano ucraino considerandolo un aiuto “indiretto” a Mosca. Ne è seguita la convocazione dell’ambasciatore ucraino in Polonia Vasyl Zvarych.
“Non trasferiremo più armi all’Ucraina, ora ci armeremo con le armi più moderne”, ha annunciato ieri il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, assicurando che “il transito delle merci ucraine” in territorio polacco rimarrà intatto.
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