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Ucraina, Putin minaccia l’Occidente: Russia pronta a utilizzare armi segrete

Il sessantatreesimo giorno dall’inizio della guerra in Ucraina si è aperto con un attacco a un deposito di munizioni nella Russia occidentale, vicino al villaggio di Staraya Nelidovka. C’è stato anche un raid ucraino sull’isola dei Serpenti, nel corso del quale è stato distrutto il sistema missilistico antiaereo Strela-10. Si tratta di due azioni che potrebbero rendere ancora più aspro il conflitto, soprattutto dopo che ieri, martedì 26 aprile, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato con chiarezza che la guerra non si fermerà fino a quando la Crimea e il Donbass non torneranno alla Russia.

Putin: “Risponderemo alle minacce con mezzi mai utilizzati”

La dichiarazione, inequivocabile, è arrivata durante l’incontro con Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu. Si sono anche verificati degli scontri in Transnistria che hanno fatto temere un possibile allargamento del conflitto. Le parole di Sergej Lavrov hanno incrementato questo timore. Il ministro degli Esteri russo, infatti, ha definito l’eventualità di una terza guerra mondiale “un pericolo reale”.

Ancora più allarmanti le dichiarazioni odierne di Putin durante un un discorso ai parlamentari a San Pietroburgo. “Se la Russia sarà minacciata, risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora“, ha ammonito. Il leader russo ha poi parlato di “minacce geopolitiche” e ha aggiunto: “Devono sapere che ci sarà una risposta, e sarà fulminea. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano“.

Ucraina, 400 soldati russi denunciati per violenze sessuali

Lyudmyla Denisova, la commissaria ai diritti umani del parlamento ucraino, ha reso noto che dall’1 al 14 aprile sono arrivate 400 denunce contro soldati russi per violenze sessuali a donne e bambini al numero istituito dal Parlamento ucraino per presentare segnalazioni e ricevere assistenza psicologica. Da quando Kiev ha attivato il numero, le segnalazioni non hanno fatto altro che aumentare.

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Intanto, Serhiy Volynsky, comandante della 36esima brigata delle forze navali ucraine, afferma che la situazione nello stabilimento Azovstal è “molto difficile“. “Nel nostro gruppo ci sono più di 600 soldati feriti con diversi livelli di gravità – ha dichiarato in un video -. Hanno un estremo bisogno di assistenza medica. Abbiamo anche dei civili qui con noi, ce ne sono centinaia, decine di bambini, molte persone con disabilità, anziani. I civili muoiono qui insieme a noi nel bunker“.

La guerra del gas: Gazprom blocca forniture a Polonia e Bulgaria

Sul fronte energetico, Gazprom ha annunciato di aver sospeso del tutto le forniture di gas alla Polonia e alla Bulgaria. La mossa è arrivata in seguito al mancato pagamento in rubli. Gazprom ha comunicato a Bulgargaz e Pgnig, le sue controparti bulgare e polacche, che i flussi resteranno sospesi fino a quando i pagamenti in rubli non saranno ricevuti. Poiché Polonia e Bulgaria sono degli Stati di transito verso Paesi terzi, il colosso russo ha avvertito che, in caso di prelievo non autorizzato di gas russo destinato ad altre nazioni, le forniture di transito saranno ridotte di un ammontare analogo.

Nel frattempo, Igor Volobuev, vicepresidente della Gazprombank di proprietà statale, ha annunciato di essere fuggito dalla Russia per combattere a fianco delle forze ucraine, diventando così il quarto alto dirigente o funzionario noto ad aver fatto una brusca uscita dalla Russia. Lo scrive The Moscow Times. Volobuev ha precisato di aver lasciato il Paese il 2 marzo e di essersi unito alle forze di difesa ucraine. “Non riuscivo a guardare quello che la Russia stava facendo alla mia patria“, ha detto Volobuev, nato nella città ucraina nord-orientale di Okhtyrka.

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Zelensky: “Putin vuole smembrare l’Europa centrale e orientale”

Nel suo ultimo messaggio notturno alla nazione, Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, ha accusato Putin di voler smembrare e ridisegnare i confini dell’Europa centrale e occidentale. “L’obiettivo finale della leadership russa non è solo quello di impadronirsi del territorio dell’Ucraina, ma di smembrare l’intera Europa centrale e orientale e assestare un colpo globale alla democrazia“, ha sottolineato Zelensky.

Dichiarazioni che arrivano mentre Ankara spera ancora in un incontro Putin-Zelensky “nei prossimi giorni“. È ciò che auspica il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, intervenuto dopo il vertice di ieri a Ramstein, in Germania. “Ci auguriamo che, nonostante alcune difficoltà, i due i leader possano incontrarsi nei prossimi giorni grazie alle proposte del nostro presidente Recep Tayyip Erdogan“, ha detto Akar, citato dalla Tass. Sempre ieri Erdogan ha sentito telefonicamente Putin, ribadendogli l’invito ad ospitare in Turchia un vertice tra i due presidenti in guerra.

Ucraina, cronaca dal fronte: raid su ospedale a Lugansk

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Nel corso della notte, le forze russe hanno bombardato il villaggio di Zaitseve e la comunità di Svitlodarsk, nella regione di Donetsk, con delle munizioni a grappolo. Inoltre, gli insediamenti di Marinka, Krasnohorivka, Vuhledar e Lyman sono stati continuamente bombardati con sistemi di artiglieria.

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Le autorità regionali dell’oblast’ di Lugansk denunciano invece che un raid russo ha distrutto l’ospedale di Severdonetsk. All’interno erano presenti diversi pazienti e una donna è morta, riporta Ukrinform. “Nella regione sono rimasti solo due ospedali funzionanti, a Severdonetsk e Lysychansk“, ma oggi i russi hanno “deliberatamente aperto il fuoco sull’ospedale di Severdonetsk. Sapevano che l’ospedale non era vuoto, c’erano pazienti e medici“, ha affermato il governatore della regione, Serhiy Haidai, aggiungendo che “diversi piani dell’edificio sono stati danneggiati“.

Lancio di missili russi per distruggere armi fornite dall’Occidente

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Il ministero della Difesa russo ha affermato che le sue forze hanno distrutto una grande quantità di armi fornite dall’Occidente nel sud-est dell’Ucraina con missili a lungo raggio, pubblicando le immagini del lancio dal Mar Nero.

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

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