Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina la Cina ha cercato di prendere le distanze dagli orrori della guerra senza mai criticare apertamente il presidente russo Vladimir Putin. Non sono di certo un mistero i buoni rapporti fra Pechino e Mosca, tanto che in molti hanno sottolineato il ruolo potenzialmente decisivo che Xi Jinping potrebbe ricoprire sul piano diplomatico.
Eppure, da qualche giorno qualcosa sembra essere cambiato. Come racconta il New York Times, infatti, alcuni osservatori hanno notato una particolare tendenza – mai osservata finora – dei media statali cinesi a modificare il proprio racconto della guerra scatenata dallo Zar. Nulla a che vedere, insomma, con il tentativo di inizio marzo di “censurare” il discorso contro il conflitto pronunciato dal presidente del Comitato paralimpico internazionale Andrew Parsons. Ma dall’invasione del 24 febbraio a oggi qualcosa è certamente mutato: vediamo cosa sta succedendo.
I primi segnali di un cambiamento sul piano mediatico, ricorda il quotidiano statunitense, li ha notati Shi Yinhong, professore di Relazioni internazionali alla Renmin University di Pechino. Secondo Shi, comunque, non si tratta di una “virata” nella politica estera della Cina né tantomeno di una netta presa di posizione di Pechino contro Mosca, quanto più di “un cambio nell’opinione pubblica” cinese.
Ma in cosa consistono questi cambiamenti? Innanzitutto, da qualche giorno i media controllati dallo Stato tendono a lasciare sempre meno spazio a immagini che richiamano alla potenza militare russa. A questi sono ora preferiti video del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, oppure servizi sull’andamento dei negoziati di pace tra Kiev e il Cremlino.
I telegiornali cinesi forniscono poi maggiori informazioni sui civili morti nei bombardamenti russi. Lo testimonia ad esempio un recente post di CGTN America, la divisione internazionale dell’emittente China Global Television Network, che su Twitter ha scritto: “I corpi morti delle persone uccise dalle bombe russe giacciono a terra in tutta l’Ucraina”.
Un riferimento diretto, dunque, alla violenza dell’esercito russo, totalmente assente nei primi giorni di guerra. Subito dopo l’invasione del 24 febbraio, infatti, popolari tg come Xinwen Lianbo della China Central Television enfatizzavano la forza dell’esercito di Mosca; oppure facevano da megafono per le critiche di Putin alla Nato e alle sue presunte ingerenze verso Est.
Nell’ultima settimana, invece, i notiziari hanno lasciato sempre più spazio a Zelensky. Perfino sulla piattaforma social Weibo il discorso del presidente ucraino al Congresso Usa è riuscito a superare nelle ricerche la martellante propaganda di Stato russa. Anche se il professor Shi è chiaro su questo punto: “La Cina non simpatizza con l’Ucraina come Stato sovrano, ma con la popolazione ucraina”.
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