Parole durissime di Amnesty International sulla guerra in Ucraina, ma questa volta non destinate alla Russia. Si denuncia infatti di “evasione delle norme di guerra” da parte dell’esercito di Kiev. “Zelensky non ci ha mai risposto, ma qualcuno lo poteva fare. E abbiamo raccolto giudizi inaccettabili“, è l’attacco.
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Ma Amnesty International Italia, tramite il portavoce Riccardo Noury, oltre che sull’Ucraina si sofferma anche sulle prossime elezioni in Italia. “La legislatura che si sta per concludere – è la sua lettura – è stata molto timida sui diritti. Chiediamo ai leader e alle leader che si candidano alle elezioni del 25 settembre di essere decisi sui diritti, di avere un Parlamento che legiferi con coraggio sui diritti. Per questo abbiamo pubblicato un manifesto in dieci punti per chiedere loro di dirci cosa pensano“.
Quindi Noury è entrato più nello specifico su tale decalogo. “I diritti delle persone vulnerabili, penso ai migranti e alla comunità LGBTQ+. I diritti delle donne, quelli economici e sociali. Noi usciamo da un periodo rovinoso di pandemia, che ha fatto scempi del diritto alla salute. Una politica estera basata sulla pace, sulla sicurezza, sul rispetto dei diritti nei rapporti bilaterali. Il comportamento delle forze di polizia, che dev’essere improntato al rispetto dei diritti umani. Contrastare l’odio“, ha spiegato il portavoce di Amnesty International Italia. Per poi passare al capitolo Ucraina.
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“Negli ultimi mesi – ha evidenziato Noury – abbiamo più volte condotto ricerche sui crimini di guerra dei russi in Ucraina. Ora che abbiamo denunciato una tattica di guerra delle forze ucraine, che mette a rischio la popolazione che vogliono difendere, sembra che tutto quello che abbiamo fatto finora non conti più. E che stiamo giustificando i crimini russi. Quando le forze ucraine, per difendere la popolazione, la trasformano in obiettivo militare diventa un grosso problema“.
“Il 29 luglio abbiamo inviato il rapporto al ministero della Difesa ucraino, ma non ci hanno mai risposto. I commenti sono arrivati dopo, con giudizi inaccettabili. Zelensky ha cose più importanti da fare, ma qualche suo collaboratore poteva leggerlo. Tocca anche alle forze dell’Ucraina proteggere i civili. Non possono pensare di evadere le norme di guerra“, ha concluso il portavoce di Amnesty International.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
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