Categories: MONDO

Trump, il 10 gennaio arriverà la sentenza per il caso Stormy Daniels: ecco cosa rischia

I difensori di Trump hanno presentato numerose istanze di archiviazione, sostenendo che il processo interferirebbe con le sue capacità di esercitare la presidenza

Il caso legale che coinvolge Donald Trump e la pornostar Stormy Daniels continua a destare un notevole interesse mediatico e politico. Il 10 gennaio 2024 rappresenta una data cruciale, poiché è stata fissata la sentenza per Trump, il quale potrebbe entrare nella storia come il primo presidente degli Stati Uniti a essere condannato per reati penali mentre è in carica. Questa situazione solleva interrogativi non solo sul futuro politico di Trump, ma anche sulla stabilità del sistema legale e sulla separazione dei poteri in America.

La sentenza e le accuse contro Trump

Nel maggio del 2024, una giuria ha ritenuto Trump colpevole di tutti i 34 capi di imputazione presentati contro di lui, collegati a pagamenti illeciti effettuati durante la campagna elettorale del 2016 per comprare il silenzio di Daniels riguardo a una presunta relazione. Il giudice Juan Merchan, che presiede il caso, ha stabilito che Trump deve comparire in tribunale per la sentenza. Tuttavia, ha anche indicato di non essere propenso a comminare una pena detentiva o a limitare la libertà del presidente eletto, il che suggerisce che la sentenza potrebbe non avere conseguenze immediate sulla sua capacità di governare.

Le difensori di Trump e le reazioni del giudice

I difensori di Trump hanno presentato numerose istanze di archiviazione, sostenendo che il processo interferirebbe con le sue capacità di esercitare la presidenza. Tuttavia, Merchan ha respinto con fermezza queste richieste, affermando che accantonare il verdetto della giuria “minerebbe lo stato di diritto in modo incommensurabile”.

Immunità presidenziale e decisioni recenti

Merchan ha anche respinto un’istanza di archiviazione basata sulla recente sentenza della Corte Suprema, che afferma che il presidente ha diritto a un certo grado di immunità per le azioni ufficiali intraprese durante il suo mandato. Nella sua decisione, il giudice ha sottolineato che le prove presentate durante il processo riguardano “completamente una condotta non ufficiale”, chiarendo che non tutto ciò che un presidente fa è automaticamente soggetto a protezione legale.

Il direttore delle comunicazioni di Trump parla di “caccia alle streghe”

In risposta alle recenti decisioni del giudice, Steven Cheung, il direttore delle comunicazioni di Trump, ha descritto il caso come una “caccia alle streghe” e una violazione della giurisprudenza consolidata in materia di immunità presidenziale.

Una foto in cui Trump saluta | Photo by Gage Skidmore licensed under CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/deed.en) – Newsby.it

Cheung ha affermato che questo “caso illegale” non avrebbe mai dovuto essere avviato e che il presidente Trump deve avere la libertà di continuare la transizione presidenziale senza ostacoli.

Ripercussioni a lungo termine del caso

Oltre alle questioni legali, è importante considerare anche le ripercussioni a lungo termine. Se Trump dovesse essere condannato, ciò potrebbe aprire la strada per futuri procedimenti legali contro altri politici e figure pubbliche, stabilendo un precedente significativo nel panorama politico statunitense. Inoltre, la condanna di un presidente in carica potrebbe avere effetti devastanti sulla fiducia del pubblico nelle istituzioni e sulla stabilità del governo.

L’attesa per il 10 gennaio

La data del 10 gennaio è quindi attesa con grande attenzione, non solo per le implicazioni legali, ma anche per il suo potenziale impatto sul futuro politico di Donald Trump e sull’intero sistema politico americano. Con l’inizio del secondo mandato che si avvicina, la sentenza potrebbe rivelarsi un momento decisivo nella storia recente degli Stati Uniti.

Potrebbe interessarti anche questo articolo: Groenlandia, Trump vorrebbe comprarla. Le motivazioni del tycoon

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

Recent Posts

Jean-Marie Le Pen è morto a 96 anni

Fondatore del partito Front National (oggi Rassemblement National), Jean-Marie Le Pen è stato un politico…

6 ore ago

Dieci anni fa eravamo tutti Charlie, ma oggi la libertà di stampa è a rischio ovunque

I dati disponibili indicano che i Paesi nei quali i giornalisti sono liberi di portare…

6 ore ago

Festa del Tricolore, Mattarella: “Simbolo dei valori della nostra comunità”

Celebrazione del 228° anniversario del Tricolore: Mattarella e Meloni ricordano i valori di libertà e…

9 ore ago

Agevolazioni casa 2025: tutte le novità su bonus, ristrutturazioni e mutui

Scopri le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025: agevolazioni casa tra bonus ristrutturazioni e…

10 ore ago

Sciopero generale 10 gennaio: trasporti e scuole a rischio in tutta Italia

Nuovo anno, nuovo sciopero: dal 10 gennaio 2025 mobilitazioni in tutta Italia. Disagi previsti nei…

10 ore ago

Terremoto di magnitudo 6.8 in Tibet, almeno 95 morti

L'epicentro del sisma è stato localizzato a circa 75 chilometri a nord-est del Monte Everest,…

10 ore ago