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Trump di nuovo a processo: la scrittrice E. Jean Carrol chiede 10 milioni di dollari

Ai guai giudiziari di Donald Trump non c’è mai fine. L’ex presidente Usa, in corsa per un altro mandato alla Casa Bianca, ieri era di nuovo in tribunale. Stavolta il caso riguarda il risarcimento da 10 milioni di dollari chiesto per diffamazione dalla scrittrice E. Jean Carroll, che lo scorso maggio ha vinto una causa civile per violenza sessuale contro lo stesso tycoon.

Sono qui perché Donald Trump mi ha aggredito e, quando l’ho scritto, ha detto che non è mai successo. Ha mentito e questo ha distrutto la mia reputazione”, ha spiegato in aula la donna, oggi 80enne, alludendo alle affermazioni fatte dall’ex presidente Usa nel 2019. All’epoca, Carroll aveva scritto un articolo su New York Magazine in cui sosteneva che il 77enne l’avesse stuprata nel 1996. Trump aveva bollato le accuse come “totalmente false” ma nel 2023 una giuria di New York ha stabilito che l’aggressione sessuale c’è stata e ha fissato in 5 milioni di dollari il risarcimento per Carroll.

Il nuovo processo si aggiunge così al già fitto calendario delle udienze giudiziarie che attendono nei prossimi mesi l’ex presidente Usa, che nel 2023 ha collezionato quattro incriminazioni, inclusa quella per l’assalto al Congresso del 2021.

Scintille in aula fra Trump e il giudice

Un tempo ero una rispettata editorialista, ora sono conosciuta come una bugiarda, una truffatrice e una matta”, ha detto la giornalista mentre il tycoon si agitava facendo commenti a alta voce per denunciare la presunta “caccia alle streghe” e ribadire che Carroll “mente”. Il giudice Ewis Kaplan, che presiede la Corte di New York chiamata a stabilire l’importo del risarcimento, ha minacciato di espellerlo dall’aula. “Signor Trump, spero di non dover  prendere in considerazione l’idea di escluderla dal processo. Capisco che probabilmente  non vede l’ora che lo faccia”, ha detto il magistrato. “Mi piacerebbe“, ha risposto l’ex presidente. “So che le piacerebbe. A quanto pare non riesce proprio a controllarsi in questa circostanza”, la replica. “Neppure lei”, ha ribattuto Trump, reduce dalla vittoria schiacciante in Iowa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca.

Non è andata a buon fine del resto la richiesta avanzata dal tema legale del tycoon di ricusare il giudice Kaplan, nominato dall’ex presidente Usa Bill Clinton, per “la generale ostilità nei confronti della difesa”.

La scrittrice E. Jean Carrol ha citato in giudizio Donald Trump per diffamazione | Foto ANSA – Newsby.it

La condanna per violenza sessuale

Nel maggio del 2023 una giuria di New York ha condannato l’ex inquilino della Casa Bianca per aver aggredito sessualmente, ma non stuprato, la scrittrice nei camerini di un grande magazzino della Gran Mela quasi trent’anni fa e di averla in seguito diffamata negando la violenza con un post sul suo social Truth nell’ottobre 2022 in cui ha bollato le accuse della donna come “farsa” e “truffa”: una linea mantenuta dalla difesa per tutto le udienze.

Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna, questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi”, è stato il commento di Donald Trump in quell’occasione.

È  stata una sensazione orribile. Ha messo la mano dentro di me e girato il dito“, ha raccontato in aula Carroll, all’epoca giornalista del magazine Elle, rivelando i dettagli della violenza e confessando di essere ancora tormentata dal ricordo di Trump che abusa di lei nel camerino di Bergdorf Goodman.

L’autrice ha spiegato anche perché non avesse mai denunciato l’ex presidente prima del 2019. “Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia“, ha detto con la voce rotta dalle lacrime. Un’esperienza che “l’ha segnata per sempre” e a causa della quale non sarebbe stata più in grado di avere una relazione sentimentale. In aula ha dovuto anche giustificarsi per non aver urlato: “Ero pietrificata dalla paura”.

La giuria non ha creduto alla versione di uno stupro ma non ha avuto dubbi sull’aggressione sessuale. Trump non è mai comparso al processo, limitandosi a una deposizione privata mostrata ai giurati in cui è finito col testimoniare contro se stesso: prima ha affermato che Carroll non era il suo “tipo”, salvo confonderla con l’ex moglie Marla Maples, e poi ha confermando quanto detto nel famigerato audio degli anni ‘90, in cui si vanta di poter “prendere le donne per la vagina” perché “quando sei ricco e famoso te lo lasciano fare”.

Federica Giovannetti

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