La minaccia che il conflitto in Ucraina si tramuti nella terza guerra mondiale è fortunatamente rimasto sullo sfondo della già ampiamente tragica situazione che il Pianeta sta vivendo da ormai 122 giorni. Mai è realmente diventata uno spauracchio vicino, né un obiettivo di nessuna delle parti in causa. Nel frattempo, però, dalla Russia arrivano indicazioni su ciò che avverrebbe se un giorno dovesse scattare. Oltre che conferme sul fatto che, in quella eventualità, a Mosca avrebbero già un piano d’azione.
A illustrarlo è stato il deputato Andrey Gurulyov, uno dei membri della Duma di Stato sanzionato dal Tesoro Usa per presunti crimini di guerra. Lo ha fatto chiaramente per un’emittente russa, ‘1TV’, a cui ha concesso un’intervista incentrandola anche sulla circostanza che chiunque vorrebbe evitare. Quella, appunto, di uno scoppio della terza guerra mondiale.
Gurulyov ha affrontato la questione in maniera gelida e meticolosa, elencando in ordine gli obiettivi di una Russia nella terza guerra mondiale. E a spaventare di più è probabilmente un dettaglio: l’utilizzo dell’indicativo futuro invece che del condizionale. “Durante la prima operazione aerea – ha infatti affermato – distruggeremo l’intero gruppo di satelliti nemici. A nessuno importerà se sono americani o britannici, li vedremmo tutti come Nato“.
La Russia, o quantomeno il suo deputato, sembra aver davvero già pensato a tutto. Tanto da aver già deciso quale sia la prima città occidentale da distruggere se la terza guerra mondiale diventasse realtà. “In secondo luogo, colpiremo l’intero sistema di difesa antimissilistica, ovunque e al 100%. Terzo, non partiremo di certo da Varsavia, Parigi o Berlino. La prima ad essere colpita sarà Londra. È chiaro che la minaccia per il mondo viene dagli anglosassoni“, sono le inquietantissime parole di Gurulyov.
Ricordiamo che, dopo le apprensioni istantanee al momento dell’invasione dell’Ucraina, fu la Russia stessa a evocare lo spettro della terza guerra mondiale al secondo mese di conflitto. Lo fece il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, anche lui in un’intervista tv. Due ulteriori mesi sono passati, e per fortuna su quel fronte nulla si è concretamente mosso. La paura che ciò accada è però tanta e sempre in aumento, come confermano anche gli argomenti di cui in Italia più si discute in queste difficilissime settimane.
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