Taiwan, accordo Usa-Cina. Ma si teme un’invasione entro il 2025

La Cina sarà in grado di organizzare un’invasione su vasta scala di Taiwan entro il 2025”. È questo l’allarme lanciato da Chiu Kuo-cheng, ministro della Difesa dell’isola di Formosa, secondo il quale le attuali tensioni bilaterali con Pechino sono le peggiori degli ultimi quarant’anni.

In un’intervista al China Times, il ministro ha affermato che il colosso asiatico potrebbe essere in grado già ora di occupare l’isola della Repubblica di Cina, ma che entro tre anni potrebbe perfezionare la strategia e lanciare un’offensiva.

“Invasione cinese entro il 2025”

Pechino, infatti, rivendica Taipei come parte inalienabile del suo territorio e punta a una riunificazione a ogni costo. E, se necessario, non esclude nemmeno l’utilizzo della forza. Entro il 2025, la Cina ridurrà i costi e gli attriti ai minimi – ha aggiunto Chiu –. Ha la capacità ora, ma non inizierà facilmente una guerra, dovendo prendere in considerazione molte altre cose”.

Intanto, la Cina ha inviato quasi 150 aerei da guerra per quattro giorni di fila a ottobre nella zona di difesa aerea di Taiwan. Le operazioni sono iniziate il primo giorno del mese, nell’anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese.

Taipei assicura la resistenza

Ma Taiwan non arretra e promette di resistere. Parola della presidente Tsai Ing-wen, che – intervenendo sulla rivista Foreign Affairs – ha assicurato che l’isola, nonostante le scarse disponibilità belliche rispetto al rivale cinese, farà “tutto il necessario” per difendersi.

La presidente taiwanese ha poi avvisato che un’eventuale caduta dell’isola per mano della Cina porterebbe a conseguenze catastrofiche per la pace regionale e il sistema di alleanze democratiche. Segnalerebbe che nel contesto globale dei valori odierni, l’autoritarismo può avere la meglio sulla democrazia”.

Biden a colloquio con Xi Jinping

Sembra dunque che siano valse poco e nulla le rassicurazioni del presidente americano Joe Biden. L’inquilino della Casa Bianca, parlando con i cronisti di ritorno dal Michigan, ha infatti annunciato di aver parlato con l’omologo cinese Xi Jinping di Taiwan, e di aver concordato con lui il rispetto dell’“accordo di Taiwan”.

Biden non ha però specificato a quale accordo si riferisse. Washington, infatti, esercita da tempo la cosiddetta politica “della Unica Cina”. Che prevede il riconoscimento ufficiale di Pechino e non di Taipei e che ribadisce come le relazioni diplomatiche con la Cina si basino sull’aspettativa che il futuro di Formosa si determinerà con mezzi pacifici.

Taiwan, nuovo vertice Cina-Usa

Scettico invece il governo di Pechino, che ritiene le politiche statunitensi contraddittorie. Basti pensare che Washington segue nel frattempo anche la dottrina della “ambiguità politica”, la quale prevede comunque la vendita di armi a Taipei e l’opposizione a qualsiasi cambiamento del suo status ottenuto con la forza.

Sulle sorti dell’isola, comunque, è in programma oggi a Zurigo un nuovo incontro bilaterale fra Usa e Cina. Biden ha infatti inviato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, per colloqui con il capo della diplomazia del Partito comunista, Yang Jiechi. Sul tavolo ci sono molte questioni, da Taiwan ai rapporti commerciali fra le due superpotenze.

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