Forniti dalla Francia e dal Regno Unito, rappresentano delle armi efficaci nelle mani dell’esercito di Kiev, che però finora non ha potuto usarle sul territorio russo
Dall’inizio della guerra tra l’Ucraina e la Russia, entrambe le fazioni hanno utilizzato svariati tipi di missili, tra cui gli Zircon, gli Atacms, i Kalibr e i Moskit. Nei prossimi giorni, tuttavia, potrebbero essere gli Storm Shadow a cambiare in modo significativo l’andamento del conflitto. Già in possesso dell’esercito di Kiev, questi missili da crociera franco-britannici hanno una gittata potenzialmente superiore ai 250 chilometri e possono essere installati sulle ali dei bombardieri tattici supersonici Sukhoi Su-24. Finora l’esercito ucraino ha dovuto rispettare il divieto di usarli per colpire bersagli all’interno del territorio della Russia, ma sembra sempre più probabile che questa limitazione diventerà presto solo un ricordo.
La necessità di usare i missili Storm Shadow
Le autorità ucraine, infatti, stanno facendo pressione per ottenere il permesso di usare gli Storm Shadow anche per attaccare le basi militari situate più in profondità nel territorio russo, responsabili di continui attacchi aerei sulle città dell’Ucraina. Gli Stati Uniti e il Regno Unito sembrano vicini a concedere l’autorizzazione.
Per quanto l’esercito di Kiev possa contare su dei droni capaci di coprire delle distanze importanti, il carico utile che possono trasportare è ridotto e spesso sono un bersaglio facile per gli intercettori russi. L’uso di missili ad ampia gittata come gli Storm Shadow e gli Atacms americani (che hanno una portata massima di 300 chilometri) permetterebbe di ovviare al problema e ottenere un importante vantaggio strategico, soprattutto considerando che da oltre un mese le forze ucraine controllano una parte della regione russa di Kursk. Consapevole della dotazione militare di Kiev, negli ultimi mesi Mosca ha spostato le sue basi ancora più a est, rendendo difficile raggiungerle anche tramite l’utilizzo di questi missili a lunga gittata.
Le limitazioni degli Storm Shadow
Tenendo presente che un singolo missile Storm Shadow costa quasi un milione di euro, l’utilizzo di queste armi dev’essere sempre preceduto da un’attenta pianificazione. Spesso il loro lancio avviene solo dopo che le forze avversarie sono state distratte dai droni militari, molto più economici e sacrificabili. In passato l’esercito ucraino ha dimostrato di poter usare gli Storm Shadow in modo efficace quando li ha sfruttati per causare ingenti danni nel raid contro la base della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli (in Crimea), infliggendo un duro colpo alla marina russa.
In generale, i missili Storm Shadow (chiamati SCALP in Francia e sviluppati fin dal 1994) sono considerati il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Oltre al costo elevato, hanno anche un’altra limitazione importante: una volta programmati con le coordinate dell’obiettivo, sono del tutto autonomi ed è quindi impossibile modificare la loro traiettoria durante il volo. Pertanto, sono usati perlopiù contro bersagli immobili come edifici e altre strutture strategiche.
Perché finora l’occidente ha esitato a concedere l’uso dei missili nel territorio russo?
La fornitura dei missili Storm Shadow all’Ucraina è sempre stata accompagnata dall’obbligo di usare le armi in questione solo all’interno dei suoi confini (con minime eccezioni per quanto riguarda la Crimea e i territori ucraini annessi illegalmente dalla Russia nel 2022). L’occidente, infatti, ha sempre fatto di tutto per aiutare Kiev in modo indiretto ed evitare di iniziare una guerra con la Russia, che potrebbe raggiungere delle proporzioni notevoli.
Anche se finora le minacce del presidente Vladimir Putin non si sono concretizzate, il rischio che un attacco nel territorio russo portato avanti con missili forniti da Francia e Regno Unito possa portare a delle ritorsioni da parte di Mosca non è bassa. Per esempio, la Russia potrebbe attaccare una base della Polonia nella quale le armi destinate all’Ucraina fanno una tappa intermedia. Se ciò dovesse accadere, potrebbe essere invocato l’articolo 5 del trattato Nato: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti”.
Potrebbe interessarti anche questo articolo: Missili Zircon, quali sono le loro caratteristiche e cosa li rende pericolosi