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MONDO

Stonehenge potrebbe non essere più patrimonio dell’umanità

Dopo il porto di Liverpool, anche Stonehenge potrebbe essere privato del suo status di patrimonio dell’umanità. A deciderlo sarà l’Unesco. Le preoccupazioni per il sito neolitico, il più celebre e imponente “cromlech”, derivano da un tunnel stradale, voluto dal Governo, che potrebbe danneggiare irreversibilmente l’area di “eccezionale valore universale”. Così, dopo 35 anni dal suo ingresso nella lista dei siti patrimonio dell’umanità, avvenuta nel 1986, Stonehenge potrebbe perdere questo importante riconoscimento.

Il tunnel A303 potrebbe causare danni irreversibili a Stonehenge

Le preoccupazioni da parte del comitato Unesco riguardano, come detto, un tunnel stradale, per la precisione l’A303, per cui verranno spesi circa 1,7 miliardi di sterline. Se il progetto dovesse essere approvato, senza modifiche, il prossimo giovedì, 29 luglio, il sito archeologico potrebbe perdere il suo status di “luogo patrimonio dell’umanità”. Infatti, a meno che il progetto non venga esteso o modificato, il comitato ha già raccomandato di inserire Stonehenge nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo il prossimo anno.

Il comitato Unesco ha più volte, dal 2018 ad oggi, cercato di spiegare al segretario dei trasporti britannico, Grant Shapps, l’immenso valore del sito e i danni irreversibili che il tunnel potrebbe provocare. Ciò nonostante, però, Shapps ha ignorato le parole del comitato e ha scelto di proseguire nella creazione del tunnel. Secondo quanto emerso, inoltre, il segretario dei trasporti avrebbe scelto l’opzione più economica che prevederebbe un tunnel corto e poco profondo. Esattamente il contrario di quello che avrebbe suggerito il comitato Unesco, che per preservare Stonehenge avrebbe parlato di un tunnel lungo e forato.

“Il Governo britannico ha determinato che i benefici aggiuntivi del paessaggio non giustificherebbero i costi aggiuntivi. È deplorevole che gli argomenti siano questi, quando si parla di un’icona del patrimonio mondiale“. A dirlo è stato il comitato Unesco in merito alla decisione del segretario Shapps.

Siamo sicuri che la decisione presa dal segretario di Stato di procedere con il progetto A3030 Stonehenge sia corretta, legale e ben informata“. A dirlo, il mese scorso, è stato il dipartimento dei trasporti, difendendo la decisione di Grant Shapps di proseguire nel progetto ai danni del sito Unesco. “Le regioni sono esposte nella lettera di decisione”.

Il caso del porto di Liverpool

Come già accennato, anche il porto di Liverpool non farà più parte del patrimonio Unesco. Anche qui la scelta riguarda un progetto di riqualificazione del porto, denominato Liverpool Waters. Il piano trentennale di rigenerazione urbana, costato 5 miliardi di sterline, secondo l’Unesco avrebbe snaturato il quartiere portuale. In questo modo, secondo il comitato, il porto avrebbe perso le caratteristiche che hanno testimoniato nel corso dei secoli “lo sviluppo di uno dei principali centri commerciali del mondo nel XVIII e XIX secolo”.

Stonehenge, Liverpool e i precedenti: i siti esclusi dalla lista “Patrimonio dell’Unesco”

Liverpool e, con molta probabilità, Stonehenge, sono solo gli ultimi due siti esclusi dalla lista. Infatti, nel 2007, l’Arabian Oryx Sanctuary in Oman è stato il primo sito rimosso dall’elenco. Questo a causa dei continui episodi di bracconaggio e degrado. Solo due anni dopo, nel 2009, anche la Valle dell’Elba di Dresda, in Germania, è stata rimossa dalla lista. Il motivo? Il ponte Waldschlösschen, in costruzione dal 2007, avrebbe diviso in due la Valle, deturpandone il paesaggio.

Redazione

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