Sharbat Gula, la ragazza afghana ritratta nel 1984 in una celebre fotografia di Steve McCurry potrebbe essersi “nascosta”, spaventata per il “futuro incerto”. A dirlo è il noto fotografo statunitense in un’intervista a Sky Tg24. Parlando della situazione in Afghanistan, secondo McCurry era “chiaro da tempo come sarebbe andata. Era chiaro che c’erano problemi gravi. Sono andato in Afghanistan nel 2016 e la situazione era già critica all’epoca. E parliamo di 4-5 anni fa”.
“La cosa sorprendente – ha aggiunto – è che molte menti brillanti impiegate dai nostri governi hanno sbagliato su tutta la linea”. McCurry ha espresso tutta la sua preoccupazione per un Paese che ha visitato fin dagli anni ‘70 immortalandolo in una serie di ritratti, tra cui quello della giovane dai magnetici occhi verdi.
“È sconvolgente come i cosiddetti esperti, gente specializzata in paesi come l’Afghanistan, siano riusciti a fare stime e valutazioni così sbagliate di quel che succedeva nel Paese – ha ribadito –. Impossibile che dopo duemila miliardi di dollari, vent’anni e così tante vittime, non si sia ottenuto un risultato migliore. È drammatico”.
Steve McCurry si è poi soffermato sui tragici fatti di questi giorni. “Le persone, a Kabul o in Afghanistan, in generale sono disperate. impaurite, preoccupate per il futuro sapendo com’era già andata in passato con i talebani”.
Un futuro incerto per molti, tutti, compresa la stessa Sharbat Gula, protagonista del celeberrimo scatto pubblicato sul National Geographic nell’84. “Non l’ho sentita, ma immagino che anche lei, come tante altre afghane, sia in casa in attesa di capire cosa succederà”, ha detto il reporter di Philadelphia.
“Sono certo che in Afghanistan e soprattutto a Kabul tutti avranno paura per il futuro – ha continuato –. Sanno come sono i talebani, sanno di cosa sono capaci, lo sanno tutti. Non hanno tolleranza, né compassione se è per questo, per le persone in generale”.
McCurry, comunque, ha assicurato che “prima o poi in futuro tornerò” in Afghanistan: “Andrò per vedere com’è cambiata la vita lì” dopo la presa di potere da parte dei talebani. Che, secondo il fotografo americano, sono però “abbastanza svegli da capire che non devono essere così estremi. Forse è possibile che se la cavino più che bene con l’aiuto di Cina, Russia, Pakistan e Iran”.
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