Con l’arrivo della variante Omicron, cresce in tutto il mondo la paura per una nuova ondata di contagi. Mentre prosegue la corsa alla terza dose di vaccino, diversi paesi corrono ai ripari paventando l’imminente arrivo della variante sudafricana. Tra i primi a prendere provvedimenti, c’è lo Stato di New York. La governatrice Kathy Hochul ha proclamato in queste ore lo stato di emergenza, in vista di potenziali picchi di contagi e ricoveri. Alle nuove varianti in circolazione, si aggiunge infatti l’incognita delle festività natalizie. Tra pranzi e cene in famiglia, mercatini di Natale e corsa ai regali, il timore è che il virus possa diffondersi più rapidamente anche tra i vaccinati.
Mentre lo stato della Grande Mela si prepara ad adottare ulteriori restrizioni, altri paesi, come il Regno Unito, procedono nella direzione opposta. Il presidente Boris Johnson lo ha ribadito soltanto pochi giorni fa davanti all’assemblea della Confindustria del Regno Unito. Per il primo ministro inglese, nonostante l’innalzamento della curva epidemica, non c’è ragione di passare al Piano B. Niente mascherine, né distanziamento sociale, ristoranti al completo, cinema e teatri aperti, Londra ha deciso di puntare su una strategia differente: il rilancio della campagna vaccinale. L’ipotetico piano B prevede il ritorno al vincolo legale della mascherina nei luoghi pubblici affollati, il ripristino di un’indicazione generalizzata in favore del lavoro da casa e l’introduzione di una certificazione vaccinale obbligatoria per l’accesso ad alcuni eventi collettivi.
Ma c’è anche chi dallo stato di emergenza non è mai uscito. L’Italia ne è un esempio. Introdotto per la prima volta, il 31 gennaio 2020, dall’allora premier Giuseppe Conte, lo stato d’emergenza può avere una durata massima di 12 mesi e può essere prorogato al massimo di altri 12 mesi. Ma il governo non esclude una ulteriore proroga anche nel 2022. Se il governo sceglierà di ricorrere allo stato d’emergenza anche l’anno prossimo, dovrà farlo con una norma primaria, non potendo più prorogare quello attuale.
Anche Grecia, Francia, Finlandia, Stati Uniti e Australia sono ormai da mesi in stato di emergenza. Lo stato di emergenza permette infatti di disporre misure urgenti, quali l’obbligo di mascherina, il distanziamento sociale e le zone rosse. In Italia, la proroga dello stato di emergenza permetterebbe inoltre di mantenere in funzione gli organismi istituiti per fronteggiare la pandemia in corso, quindi il commissario straordinario e il CTS. Anche l’adozione dello smart working semplificato, cioè senza la necessità di un accordo individuale tra azienda e lavoratore, è frutto dello stato d’emergenza.
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