Ore di follia e terrore negli Stati Uniti, dove il giorno in cui il Congresso avrebbe dovuto certificare la vittoria del futuro presidente Joe Biden si è tramutato in una delle pagine più nere della storia recente delle democrazie occidentali. Le immagini dell’assalto portato dai fan di Donald Trump a Capitol Hill hanno fatto il giro del mondo e creato uno sgomento trasversale che ha unito tutti, indipendentemente da età, provenienza e appartenenza politica. E intanto anche il bilancio delle vittime dei fatti di Washington si fa più severo. Al momento si contano infatti quattro morti, 13 feriti e 52 arresti.
Come sono nate le violenze a Capitol Hill
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L’escalation della violenza e della follia dei sostenitori di Trump si era scatenata dopo un suo discorso che ora tutti ritengono sia stato decisivo per esacerbare gli animi. Poco prima che si riunisse il Congresso a Capitol Hill, infatti, aveva arringato le folle nel parco a sud della Casa Bianca parlando ancora una volta di brogli elettorali. “Fermeremo il furto dei voti. Non ci arrenderemo mai e non concederemo mai la vittoria“, era stato il succo del suo comizio di fronte a diverse migliaia di fan. Con tutte le conseguenze che si sono poi viste.
La furia dei suoi sostenitori più agguerriti si è infatti abbattuta sugli edifici del parlamento federale degli Stati Uniti. Nell’aula del Congresso, poco dopo l’inizio della discussione, si è infatti assistito all’incresciosa irruzione di centinaia di persone. Molte di loro erano armate e dotate di cappellini, magliette, bandiere inneggianti a Trump. Alcuni edifici sono stati evacuati, la sindaca di Washington Muriel Bowser ha proclamato il coprifuoco in città dalle 18. La polizia è stata costretta a intervenire con armi spiegate per proteggere i parlamentari. Il vicepresidente Mike Pence ha chiesto l’intervento della Guardia Nazionale, venendo a sua volta evacuato. Come ha ricostruito l’Ansa, era dal 1814 che Capitol Hill non finiva sotto assalto: all’epoca furono però le truppe britanniche a marciare sul parlamento degli Usa.
Trump sempre più solo: social sospesi, Repubblicani lontani
Trump ha quindi tentato goffamente di riportare la calma, in uno dei suoi ultimi interventi social prima che Facebook, Twitter e YouTube gli sospendessero gli account. “Lo so che siete feriti, ci hanno rubato le lezioni. Un’elezione che abbiamo vinto a valanga e lo sanno tutti. Ma dovete andare a casa ora. Dobbiamo avere pace, ordine, legalità. Il voto è fraudolento, ma c’è bisogno di pace. Andate a casa“, aveva detto mentre l’assalto a Capitol Hill era ancora in corso. Questo filmato, come molti altri interventi social dell’ex Presidente, è intanto sparito dal web perché ritenuto passibile di istigazione alla violenza.
Gli incresciosi fatti di Capitol Hill potrebbero avere importanti conseguenze anche su Trump. Riportato l’ordine al Campidoglio, seppure con una scia di morte, dolore e vergogna che difficilmente saranno dimenticate, l’attenzione di tutti si è nuovamente spostata sul Presidente uscente. Che è ora sempre più solo. Il suo vice Mike Pence ha apertamente preso le distanze, severissimi sono stati anche l’ex presidente George W. Bush e quel Mitt Romney che perse le elezioni con Barack Obama. E ora si valuta di rimuovere Trump dalla sua carica, applicando il 25esimo emendamento della Costituzione americana. Ciò prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. Non servono accuse specifiche per la sua applicazione.