Un mese senza sparatorie nelle scuole degli Stati Uniti. Questa la statistica fatta registrare a marzo 2020, uno degli effetti collaterali più positivi del lockdown ordinato per contrastare il Coronavirus. Anche perché erano circa vent’anni che non si registrava un dato del genere.
A rilevarlo è Robert Klemko, corrispondente del ‘Washington Post’ che su Twitter osserva come un mese senza sparatorie nelle scuole non si verificava dal lontano 2002. Un motivo per potersi concedere un timido sorriso, in settimane caratterizzate dalla dominante istruzione domiciliare e da lezioni tenute in prevalenza online.
Il National School Safety Center e i National School Safety and Security Services confermano il dato. L’ultima volta che gli Usa vissero un mese senza sparatorie nelle scuole risale al 2002. All’epoca un tredicenne in possesso di una pistola e diverse munizioni fu bloccato da un operatore scolastico, prima di avere modo di aprire il fuoco.
La statistica, però, deve purtroppo essere presa con le pinze anche in questo mese complicatissimo negli States. Everytown for Gun Safety (organizzazione che si occupa delle statistiche sulla violenza armata negli Usa) osserva che nel marzo 2020 si sono comunque verificati sette episodi in cui nei campus della nazione è stato aperto il fuoco. Quattro di essi sono stati però classificati come “scariche involontarie”, una ha riguardato due adulti (sebbene su un campo di football scolastico) e gli ultimi due sono avvenuti in campus universitari ma non hanno coinvolto studenti.
Uno studio del 2018 a cura del ‘New England Journal of Medicine’ osserva che le armi da fuoco sono la seconda causa di morte tra i giovani negli Stati Uniti, dietro gli incidenti automobilistici. ‘Everytown’ definisce il problema “unicamente americano”.
La situazione di apparente calma nasconde in realtà un clima in possibile ebollizione. Le sparatorie all’interno delle scuole sono sì a quota 0 (o quasi), ma i rivenditori di armi in tutto il Paese registrano un numero record di clienti. I motivi sono essenzialmente due: la percepita esigenza di una maggiore protezione e il terrore verso una realtà ignota e senza precedenti.
Dato il picco delle vendite, il timore è che gli studenti affrontino situazioni più pericolose a casa. Non solo: potrebbero anche trovarsi di fronte a un notevole aumento delle sparatorie quando torneranno a scuola.
“Quando questa pandemia finirà e usciremo da questa realtà di distanziamento fisico, le pistole rimarranno. Ci saranno aumenti delle sparatorie di massa, sparatorie a scuola, sparatorie a casa, al lavoro, ai concerti?”. Questa la domanda che si pone il direttore esecutivo di Guns Down America, Igor Volsky. Con grande allarme.
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