Il governo spagnolo ha approvato in Consiglio dei Ministri i decreti d’indulto parziale per i nove leader separatisti catalani condannati al carcere dopo il tentativo di secessione del 2017. Lo annuncia il governo spagnolo. Confermando così quanto anticipato ieri dal premier Pedro Sanchez. Il premier spagnolo ha rivendicato la decisione di concedere l’indulto ai leader indipendentisti catalani, spiegando che “nasce dalla necessità di ristabilire la convivenza“.
Il capo del governo ha difeso “l’utilità pubblica” del provvedimento. Prima del voto il centrodestra del Partito Popolare, i liberali di Ciudadanos e l’estrema destra di Vox hanno già annunciato ai media iberici che porteranno avanti azioni legali per bloccare l’iniziativa del governo. Tuttavia, spiega la televisione pubblica spagnola, pare improbabile che i tentativi di presentare ricorso dei partiti politici abbiano successo presso la Corte Suprema. Quest’ultima era il tribunale che giudicò i leader catalani. Secondo la dottrina di questa corte, sono ammissibili solo i ricorsi di parti che hanno “interessi legittimi”. Una condizione difficilmente riconoscibile in questo caso ai partiti politici. Da parte sua, il governo crede di aver preparato dei decreti d’indulto inattaccabili dal punto di vista legale, secondo quanto riportato da El País.
Ma il provvedimento non riguarderà proprio tutti. Perché di fatto l’indulto si applica ai nove indipendentisti catalani condannati a pene carcerarie in seguito al processo per il tentativo di secessione del 2017, come Oriol Junqueras. Ma non a quanti sono fuggiti all’estero, come l’ex capo del governo catalano Carles Puigdemont, il quale di fatto è latitante.
Il 1° ottobre 2017 si tenne il referendum sull’indipendenza della Catalogna. La legge regionale prevedeva che, in caso di vittoria del Sì, il Parlamento della Catalogna procedesse con la dichiarazione formale di indipendenza. Stravinse il Sì e il 27 ottobre successivo Carles Puigdemont, presidente della Generalitat de Catalunya, dichiarò l’effettiva indipendenza della Catalogna dalla Spagna e la nascita della Repubblica Catalana, mentre il premier Rajoy, dopo il voto favorevole del Senato, applicò l’Articolo 155 della Costituzione, che prevede il controllo diretto su una comunità autonoma. Il 28 ottobre la Catalogna fu ufficialmente commissariata e Puigdemont destituito con tutto il suo Governo
L’ex presidente catalano, ricercato da alcuni giorni con un mandato di arresto europeo, venne arrestato dalla polizia tedesca il 23 marzo 2018, poco dopo aver cercato di entrare in Germania dalla Danimarca. Una successiva estradizione in Spagna venne annullata. Puigdemont riacquistò la totale libertà di movimento (Spagna esclusa). Dall’estero, comunque, riuscì a farsi eleggere europarlamentare dal 2 luglio 2019.
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