È la mente dietro gli attacchi del 7 ottobre il nome designato a succedere a Ismail Haniyeh. Parte dell’ala più intransigente, fondatore del braccio armato, cosa potrà succedere sotto la sua guida
Le tensioni in Medio Oriente sono in costante aumento a causa delle notizie di possibili attacchi imminenti da parte dell’Iran, che si prevede risponderà all’uccisione della leadership di Hamas da parte di Israele. Yahya Sinwar è stato proclamato capo politico di Hamas, sostituendo Ismail Haniyeh, ucciso a Teheran sei giorni fa. Questa nomina è sicuramente un forte messaggio da parte del movimento a Israele, a dieci mesi dall’inizio della guerra a Gaza. Sinwar, considerato un chiamato anche il macellaio di Khan Yunis, è considerato l’architetto dietro gli attacchi del 7 ottobre, ha ora il controllo totale sulle decisioni. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato: “La nomina dell’ultraterrorista Yahya Sinwar a nuovo leader di Hamas, al posto di Ismail Haniyeh, è un’ulteriore valida ragione per eliminarlo rapidamente e cancellare questa vile organizzazione dalla faccia della terra”.
Antony Blinken, Segretario di Stato americano, ha parlato della situazione a Gaza, affermando che “la decisione sulla tregua spetta al capo di Hamas, Yahya Sinwar”. Blinken ha esortato sia l’Iran che Israele a “evitare un’escalation del conflitto”, ribadendo l’importanza di mantenere la stabilità nella regione.
Dopo l’uccisione di Haniyeh, l’Iran ha annunciato la sua intenzione di colpire Israele, avviando le manovre necessarie e spostando i lanciamissili. Secondo il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, l’attesa è parte della punizione, suggerendo che l’Iran stia preparando un attacco coordinato che coinvolgerà tutto l’asse sciita, inclusi gli Houthi. “L’attesa è parte della punizione”, ha avvertito Nasrallah, promettendo un attacco di tutto l’asse sciita. Gli aerei israeliani hanno risposto con un sorvolo su Beirut, intensificando ulteriormente le tensioni.
Sinwar fa parte della fazione più intransigente di Hamas, di cui fu anche il fondator del braccio armato. Nascosto nei tunnel di Gaza da dieci mesi, ha dimostrato il suo potere, spazzando via Muhammad Ismail Darwish, considerato il capo del Consiglio della Shura e il vero “boss dell’impero economico e finanziario di Hamas”. La comunicazione tra Sinwar e Darwish, come sottolineato dagli analisti israeliani, “non è così fluida e corrente”.
L’esperto di Medio Oriente Michael Milshtein ha previsto che, con la morte di Haniyeh, Sinwar avrebbe assunto il controllo totale. “Con la morte di Haniyeh, Sinwar è l’uomo che veramente comanda nella Striscia. Lui disprezzava Haniyeh perchè era tra quelli in giacca e cravatta, senza esperienza militare, che non hanno sofferto in prigione come lui e non capiscono che la visione è la jihad, non i progetti politici”, aveva commentato Milshtein.
Sinwar si trova ora senza i suoi più stretti alleati, eliminati da Israele. Tra questi, l’amico di sempre Muhammad Deif, ucciso in un edificio nel sud della Striscia il 13 luglio. Deif era un punto di riferimento fondamentale per Sinwar. Betty Lahat, ex direttrice del carcere dove Sinwar era detenuto in Israele, lo descrive come un uomo “volubile come un gatto, ma anche fragile e codardo come quando gli venne comunicato che aveva un cancro alla testa, curato poi con successo dai medici israeliani”. L’analista israeliano Ehud Yaari, che lo intervistò durante la prigionia, lo definisce “uno psicopatico astuto e sofisticato”. Michael Koubi, ufficiale dello Shin Bet che lo interrogò, lo ricorda come “un essere duro e privo di emozioni, con gli occhi di un assassino”. Sinwar tornò in libertà grazie a uno scambio tra mille detenuti palestinesi e il soldato Gilad Shalit, tenuto prigioniero per cinque anni e mezzo nei tunnel, in una decisione presa dal premier Benjamin Netanyahu. Per l’IDF, “c’è solo un posto per Sinwar. Ed è accanto a Deif”.
A una settimana dall’omicidio di Haniyeh, la comunità internazionale resta in attesa della rappresaglia iraniana contro Israele. Il regime degli ayatollah ha comunicato agli ambasciatori stranieri la sua intenzione di colpire lo Stato ebraico e ha iniziato le manovre preparatorie. Tuttavia, sembra che stiano prendendo ancora tempo, come suggerisce la convocazione di una riunione con i Paesi arabi. Hassan Nasrallah ha affermato che “l’attesa è parte della punizione” e ha promesso un attacco coordinato con Hezbollah, Iran e gli Houthi. Questo proclama è stato preceduto dal sorvolo di caccia israeliani su Beirut, in un atto di sfida.
In Iran, oltre ai proclami dei leader politici, i militari hanno iniziato i preparativi per la vendetta. Gli americani hanno osservato lo spostamento delle postazioni di lancio dei razzi e registrato esercitazioni militari. Il capo delle forze aeree dell’esercito iraniano, Ali Reza Sabahifard, ha annunciato l’apertura di “un centro di avanguardia per la guerra elettronica nell’est del Paese”. Inoltre, l’Iran ha arricchito il proprio arsenale con apparecchiature avanzate di difesa aerea e radar, munizioni e missili balistici Iskander dalla Russia.
I segnali della diplomazia suggeriscono che l’attacco non avverrà nelle prossime ore. L’Organizzazione per la cooperazione islamica, con sede a Jedda, ha reso noto che si riunirà mercoledì su richiesta di “Palestina e Iran” per discutere degli sviluppi nella regione. Tuttavia, il principale alleato degli ayatollah, Nasrallah, ha dichiarato: “Hezbollah risponderà, l’Iran risponderà, lo Yemen risponderà e il nemico attende, osserva e valuta ogni reazione. La cosa principale è che ci siano determinazione e capacità”.
Le milizie sciite irachene, nella notte di lunedì, hanno colpito con due missili la base americana di Al-Asad, provocando diversi feriti tra il personale USA. Nel frattempo, Hamas ha deciso di rimpiazzare Haniyeh alla guida dell’ufficio politico con Yahya Sinwar, il capo della fazione a Gaza e la mente dell’attacco del 7 ottobre, ricercato numero uno di Israele.
A Washington, l’ipotesi di un attacco coordinato è presa in seria considerazione. Secondo Axios, l’intelligence ha fornito a Joe Biden e Kamala Harris una previsione di uno scenario che prevede due ondate di attacchi: una da Hezbollah e una dall’Iran e dai suoi gruppi affiliati. Le autorità israeliane hanno messo in allerta i residenti del Golan, consigliando di rimanere vicino ai rifugi e di tenere cibo e acqua a disposizione.
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