L’area marina tra Santorini e Amorgos ha visto un incremento significativo dell’attività sismica: solo nell’ultima settimana si sono verificate più di 200 scosse superiori a 3.0 magnitudo, culminando in un evento di 4.9 magnitudo registrato ieri mattina. La presenza di vulcani sottomarini, il rischio di tsunami e la complessa tettonica delle placche fanno temere la possibilità di un terremoto di grande entità.
Terremoto a Santorini: chiusura precauzionale delle scuole e misure di sicurezza
Le scuole di Santorini, Anafi, Ios e Amorgos nell’arcipelago delle Cicladi resteranno chiuse fino a venerdì per motivi di sicurezza. La decisione è stata presa dal Comitato scientifico per la valutazione del rischio sismico (OASP), durante una riunione presieduta dal ministro del Cambiamento climatico e della Protezione civile, Vasilis Kikilias.
Le autorita greche hanno esortato i residenti a evitare grandi assembramenti, stare lontano da edifici abbandonati e dalle zone di Ammoudi, Armeni, Korfos e il Porto Vecchio di Fira, dove esiste un alto rischio di frane e caduta di massi. In caso di terremoto forte, la raccomandazione principale è di evitare le aree costiere.
Santorini è una delle isole vulcaniche più attive del Mar Egeo, caratterizzata da una lunga storia di eventi sismici e vulcanici. L’eruzione del 1600 a.C., una delle più potenti della storia, distrusse la civiltà minoica e creò la spettacolare caldera che oggi attira milioni di visitatori.
Il principale responsabile dell’attività sismica dell’isola è la tettonica delle placche. Santorini si trova al confine tra la placca euroasiatica e quella africana, con quest’ultima che si spinge costantemente verso nord, causando movimenti sismici frequenti.
Il Kolumbo, il più grande di una serie di 20 vulcani sottomarini situati a nord-est di Santorini, rappresenta un ulteriore elemento di rischio. Il cratere di circa 1,5 km di diametro fu scoperto nel 1649, anno in cui iniziarono una serie di eruzioni esplosive che provocarono la morte di 70 persone. Queste eruzioni causarono anche un maremoto che colpì zone fino a 150 km di distanza.
Negli ultimi mesi, il vulcano ha mostrato segnali di attività, con lievi scosse sismiche accompagnate da fenomeni fumarolici. Gli esperti sottolineano che, sebbene il rischio di un’imminente grande eruzione sia basso, la situazione resta sotto stretta osservazione.
Il movimento della placca africana verso nord esercita una pressione costante sulla placca euroasiatica, creando stress geologico e fratture nella zona di subduzione. Questo processo non solo genera terremoti, ma alimenta anche l’attività vulcanica della caldera di Santorini.
L’isola si trova in una zona a rischio sismico elevato, e sebbene gli eventi sismici catastrofici siano rari, non possono essere esclusi. La combinazione di vulcano attivo, movimenti tettonici e rischio di tsunami impone una costante attenzione.
Le autorita locali hanno adottato misure rigorose per garantire la sicurezza della popolazione e dei turisti. Un avanzato sistema di monitoraggio sismico consente di rilevare tempestivamente ogni anomalia. La Protezione Civile greca e l’Istituto Geodinamico di Atene sono costantemente impegnati a fornire aggiornamenti e coordinare eventuali evacuazioni.
Negli ultimi decenni, le costruzioni dell’isola sono state adeguate a normative sismiche più severe, riducendo significativamente il rischio di danni strutturali. Ai turisti vengono inoltre fornite istruzioni su come comportarsi in caso di terremoto o tsunami.
Nonostante l’aumento dell’attività sismica, Santorini rimane una delle mete turistiche più ambite al mondo, grazie al suo paesaggio unico e alla sua storia millenaria. Tuttavia, l’attuale situazione ha portato circa 9.000 persone a lasciare l’isola negli ultimi giorni.
Più di 6.000 residenti e turisti hanno lasciato l’isola a bordo di traghetti, mentre la compagnia aerea Aegean Airlines ha organizzato voli extra per trasportare circa 2.700 passeggeri verso Atene. Secondo il presidente dell’Associazione delle imprese di trasporto marittimo, Dionysis Theodoratos, le partenze continueranno nei prossimi giorni.
Santorini affronta una fase critica della sua storia geologica. La combinazione di attività sismica, la presenza del vulcano Kolumbo e il rischio di tsunami richiede un monitoraggio costante. La collaborazione tra esperti, autorità locali e cittadini è fondamentale per gestire al meglio eventuali emergenze e garantire un futuro sicuro per l’isola e i suoi abitanti.