Ruth Bader Ginsburg addio: muore giudice icona dei diritti delle donne

Ruth Bader Ginsburg è scomparsa a 87 anni, uccisa da un tumore al pancreas con cui combatteva da tempo. E gli Stati Uniti piangono non solo una stimatissima giudice della Corte Suprema, ma una vera e propria paladina dei diritti delle donne e dell’America democratica.

Ruth Bader Ginsburg: una vita per le donne

Volto iconico dei progressi sociali e antropologici che hanno faticosamente attraversato l’America negli ultimi decenni, Ruth Bader Ginsburg è stata una pioniera sin dal momento della sua iscrizione in università. Studiò infatti a Harvard, laureandosi nel 1955 in un’epoca in cui le donne avevano appena ottenuto anche solo la possibilità di essere ammesse nell’ateneo. Proprio lei fu infatti tra le prime 9 studentesse del prestigioso college. In mezzo a 500 colleghi maschi.

Accidentato l’inizio della sua carriera, dato che gli Stati Uniti vedevano con sospetto un avvocato donna. Pertanto per molti anni Ruth Bader Ginsburg fu di fatto impossibilitata a esercitare la professione. “Non chiedo favori per il mio sesso, chiedo solo che smettano di calpestarci“, divenne quindi uno dei suoi mantra, passati alla storia stessa dell’America.

In un’epoca in cui il femminismo ancora non era un tema così centrale nell’immaginario collettivo delle masse, Ruth Bader Ginsburg tracciò la linea per generazioni di donne. Lo fece sin da giovanissima, con un corso universitario su “genere e legge“. Altra tappa fondamentale fu il processo Frontiero versus Richardson. Vincendo quella causa, nei primi anni ’70, fece valere le ragioni di una sottotenente dell’aeronautica discriminata dai colleghi maschi per ragioni di indennità.

Le tante battaglie e l’ultimo guizzo

Fiera sostenitrice della battaglia contro la discriminazione sessuale, da equiparare a quella razziale, Ruth Bader Ginsburg trascorse la vita a difendere i diritti delle donne in tutti gli ambiti possibili. Avvenne nel caso del diritto all’aborto a quello all’assistenza sanitaria per tutti, dal matrimonio gay all’immigrazione. E alla Corte Suprema, spesso portatrice di istanze tutt’altro che progressiste, la sua voce si faceva spesso sentire con quel proverbiale “Io dissento” divenuto a sua volta un’icona nell’icona.

Una figura fondamentale per l’America contemporanea si è dunque spenta. Con un ultimo guizzo, dal letto di morte a Washington: “La mia ultima e fervente volontà è di non essere rimpiazzata fino a quando non ci sarà un nuovo presidente alla Casa Bianca“. Questo il lascito di Ruth Bader Ginsburg.

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