Tra gli effetti della guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina c’è anche la chiusura dello spazio aereo che buona parte del mondo ha ordinato nei confronti della Russia. Questo significa che i velivoli di ogni tipo, anche civili, provenienti dal Paese invasore non possono atterrare o anche solo sorvolare le nazioni che hanno imposto tale divieto. Una misura che riguarda anche i mezzi di proprietà russa. Questo, però, non significa che tali aerei siano completamente scomparsi dai cieli del mondo. Anzi.
Il ministero dei Trasporti della Russia giovedì ha rilasciato una dichiarazione, che l’agenzia TASS ha riportato, sottolineando quanto il settore sia ancora attivo nel Paese nonostante la guerra in Ucraina. Quali sono, dunque, le nazioni verso cui partire e dalle quali i russi possono ancora volare? L’elenco è piuttosto lungo.
Da esso, chiaramente, è esclusa l’Italia. Il nostro Paese, al pari dell’intera Unione europea, ha chiuso il proprio spazio aereo alla Russia già il 27 febbraio. Ossia tre giorni dopo la prima invasione dell’Ucraina. Il Regno Unito, per esempio, si era mosso in tal senso già il 25. Ma le nazioni che hanno preso scelte diverse o opposte non mancano. Secondo i dati del ministero sono in otto a ricevere aerei russi e addirittura venti a permettere ancora di raggiungere lo Stato aggressore.
“Nonostante le restrizioni imposte da un certo numero di Paesi stranieri all’utilizzo del proprio spazio aereo, le compagnie aeree della Russia continuano ad effettuare voli internazionali. Sei vettori aerei russi effettuano voli verso Azerbaigian, Armenia, Bielorussia, Emirati Arabi Uniti, Kirghizistan, Tagikistan, Turchia e Uzbekistan con la frequenza totale di circa 250 voli a settimana“, afferma la nota del ministero.
Tali voli internazionali sono effettuati con aerei che non rischiano di restare in detenzione all’estero. Tra essi anche 147 aerei di proprietà russa, i Sukhoi Superjet 100. “Inoltre – ha aggiunto la nota –, 29 compagnie aeree provenienti da Algeria, Armenia, Bahrein, Bielorussia, Emirati Arabi Uniti, India, Iraq, Israele, Kazakistan, Kirghizistan, Marocco, Mongolia, Qatar, Serbia, Siria, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan e Venezuela volano in Russia, oggi come oggi“.
Lo spazio aereo equivale alle acque territoriali, e ogni Stato detiene la sovranità dei cieli che lo sovrastano fino a una quota di 100.000 ft (oltre si entra nello spazio). Volare in uno spazio aereo chiuso, quindi, è una violazione internazionale che permette potenzialmente un attacco a vista. La Russia afferma tramite il Governo di stare aiutando i propri cittadini a rientrare in patria, ma intanto ha anche approvato una legge per affittare aeromobili stranieri. Una situazione che certamente non allenta la tensione, ma su cui ‘Flightradar24’ ha già garantito di stare tenendo ogni singola traccia.
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