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MONDO

Russia e propaganda di guerra, viaggio nella “Bestia” di Putin

“In guerra, la prima vittima è la verità”. Questo aforisma, attribuito al drammaturgo greco Eschilo, descrive perfettamente ciò che sta accadendo in Russia dall’invasione dell’Ucraina a oggi. Perché sui media russi il racconto della guerra è molto diverso da quello che conosciamo.

La macchina della propaganda di Vladimir Putin da giorni sta cercando di dipingere una realtà differente da quella che raccontano i media indipendenti. Basta infatti guardare qualche trasmissione delle principali emittenti russe per capire come la popolazione non sia davvero al corrente di ciò che sta avvenendo in Ucraina. Anzi, la narrazione è ribaltata: per le tv russe i “nemici” sono l’esercito di Kiev e i neonazisti che starebbero commettendo delle atrocità nella regione separatista del Donbass. Ma la “Bestia” di Putin è molto articolata ed è composta da diversi elementi: vediamoli.

Russia, la propaganda di Putin attraverso stampa e tv

Di questa rete propagandistica fanno ad esempio parte Russia Today e l’agenzia Sputnik, che la Commissione europea ha messo al bando in tutta l’Unione. L’Alto rappresentante per gli Esteri dell’Ue, Josep Borrell, alla plenaria dell’Europarlamento di Strasburgo ha definito le due testate “armi nell’ecosistema di manipolazione del Cremlino” che “bombardano le menti e gli spiriti”.

Foto | Rossiya 24

“Noi non siamo il Ministero della Verità, non decidiamo che cosa è vero e cosa è falso”, ma Russia Today e Sputnik alterano “sistematicamente” la realtà dei fatti e sono “parti integranti dell’aggressione all’Ucraina, ha aggiunto. Borrell ha poi affermato che i due media finora hanno raccontato “menzogne” sulla guerra, accusando continuamente Kiev di “bombardare i propri cittadini” per dare poi la colpa a Mosca.

In questo ecosistema di fake news proliferano anche Rossiya 24, Rossiya-1 e Channel One, i canali televisivi più popolari della Russia. Ad ogni ora i telegiornali propongono alla popolazione videomessaggi dei vertici dell’esercito e inanellano racconti di atti eroici da parte dei militari russi.

Un altro tg, Vesti, dell’emittente VGTRK ha perfino raccontato di un convoglio russo impegnato a portare viveri a Chernobyl, dove l’esercito avrebbe preso il controllo della centrale atomica “dopo che il governo di Kiev ha dichiarato di voler sviluppare l’arma nucleare.

Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo anche NTV, di proprietà della Gazprom-Media. Questa holding mediatica è nata nel 2000 come sussidiaria del colosso dell’energia Gazprom, parzialmente controllato dal Cremlino nonché azionista di maggioranza di Nord Stream 2. Tutte emittenti, dunque, che gettano benzina sul fuoco della propaganda di Putin.

Foto | Channel One

A riconoscerlo è stata pure l’Ue, che nella sua “black list” delle sanzioni ha infatti inserito anche dei giornalisti. Come ad esempio Olga Skabeyeva e Arkady Mamontov, due dei volti più noti dell’emittente statale Rossiya-1. Oppure Modest Kolerov, caporedattore del portale Regnum. Testata che negli anni non ha mancato di raffigurare l’Ucraina come un Paese fascista, neonazista o come una “marionetta” filo-occidentale.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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