Soprannominato il Texas d’Italia per la sua intransigente politica sull’aborto, severamente vietato dal 1865, San Marino scrive oggi una pagina memorabile della sua storia. I sammarinesi hanno approvato la legalizzazione e depenalizzazione dell’aborto tramite referendum. La vittoria del sì è stata schiacciante con il 77,28% dei voti rispetto al 22,72% del no. Per la prima volta, le donne di San Marino avranno dunque la possibilità di interrompere la gravidanza entro la dodicesima settimana di gravidanza. Se la mamma è in pericolo di vita o il feto presenta anomalie, l’interruzione di gravidanza può avvenire anche oltre la dodicesima settimana.
Referendum aborto, vince il sì: era punibile con tre anni di carcere
I seggi hanno chiuso i battenti ieri sera alle ore 20, quando è iniziato lo spoglio per conoscere il verdetto dello storico referendum. Il quesito propositivo mirava a legalizzare l’aborto, fino a ieri punibile con tre anni di reclusione per la donna e sei anni per il medico che lo compie. Recentemente di condanne non ce ne sono mai state. Alle donne sammarinesi che vogliono abortire non resta infatti che oltrepassare il confine e rivolgersi agli ospedali vicini di Marche ed Emilia Romagna, eludendo la legge, senza rischiare il carcere. Oltre le donne devono sostenere tutte le spese sanitarie, pari a circa duemila euro, che non vengono in alcun modo rimborsate dal servizio sanitario di San Marino.
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Vescovo Turazzi: “Difendere il diritto alla vita”
Terzo stato più piccolo in Europa, San Marino vanta una forte tradizione cattolica. Insieme a Malta, Andorra e Vaticano, era uno dei pochi paesi europei a vietare del tutto l’aborto. Durante la campagna di sensibilizzazione condotta dall’Unione Donne Sammarinesi, il Partito Democratico Cristiano al governo ha posto forti resistenze alla legalizzazione. Ha chiesto ai cittadini di votare no per “difendere il diritto alla vita“. Con la vittoria del sì, non possono che fare un passo indietro, ma aggiungono: “Qualunque sia l’esito, ci impegneremo con coerenza per testimoniare il Vangelo della vita per una cultura ed una politica favorevoli alla famiglia“. Queste le parole del vescovo di San Marino, Andrea Turazzi.
Dove l’aborto rimane vietato
Oltre a San Marino, sono proprio i micro-Stati come Andorra, Malta e Vaticano gli unici altri luoghi del continente europeo dove l’aborto è bandito o sottoposto a severe limitazioni. In Andorra, l’aborto è illegale, persino quando ci sono rischi per la salute della madre. Le abitanti sono costrette a spostarsi nelle confinanti Francia e Spagna. Soltanto nel 2017 sono state 124 le donne di Andorra a rivolgersi al sistema sanitario catalano per questa ragione. Anche le donne maltesi rischiano fino a tre anni di carcere. Questa è la pena prevista dalla legge maltese per le donne che decidono di abortire. Sono invece quattro gli anni di prigione per i medici che le aiutano, oltre alla revoca perpetua della licenza.