La città di Rafah, un antico insediamento abitato da oltre 3.000 anni e situato al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, è diventata il nuovo epicentro del conflitto tra Israele e Palestina. Da giorni la città è sotto la pressione incessante dei bombardamenti israeliani che stanno mettendo a dura prova la popolazione.
Prima dell’esplosione del conflitto tra Israele e Hamas, Rafah, nonostante la sua estensione di appena 64 chilometri quadrati, ospitava circa 300.000 persone. Con l’escalation del conflitto provocata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, la popolazione è cresciuta a 1,5 milioni a causa dell’afflusso di civili in fuga dal nord della Striscia di Gaza. Questo ha reso Rafah una delle aree più densamente popolate al mondo, e la città negli ultimi giorni è stata bersaglio dei raid israeliani. La situazione sembra destinata a peggiorare, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che un’operazione di terra a Rafah “è solo questione di tempo”, parole che hanno ulteriormente alimentato la tensione tra gli abitanti della città. Intanto, la spiaggia di Al Mawasi, a Gaza, è diventata un rifugio per centinaia di persone che sono arrivate negli ultimi giorni, dopo l’annuncio dell’ingresso a Rafah dell’esercito israeliano.
Il campo profughi di Rafah, oggi uno dei più densamente popolati al mondo, è nato nel 1949, a seguito della Nakba e dell’esodo di molti palestinesi, costretti a lasciare le loro terre. Nel 1967, Israele vinse la guerra contro i paesi arabi e occupò Gaza e il Sinai. Per 15 anni, il confine che divideva in due la città scomparve, ma nel 1982, dopo che Israele ed Egitto firmarono un trattato di pace e gli israeliani abbandonarono il Sinai, Rafah tornò ad essere divisa dal confine stabilito del 1906.
Nel 1982 fu aperto il valico di Rafah, un collegamento tra l’Egitto e Gaza. Nel 1994 il valico passò sotto il controllo congiunto di Israele e dell’Autorità Palestinese. L’accordo durò per 7 anni, fino alla seconda intifada del 2001, quando Israele distrusse l’aeroporto Yasser Arafat, vicino a Rafah, e riprese il pieno controllo del valico.
Nel 2005 il governo israeliano decise di ritirare i propri coloni da Gaza e nel 2007 Hamas prese il controllo del valico insieme all’Egitto. Questo sviluppo ha reso Rafah l’unico passaggio verso Gaza non direttamente controllato da Israele, segnando l’ultimo di una lunga serie di cambiamenti nella storia della città.
Rafah è famosa per i tunnel sotterranei utilizzati per anni per il trasporto di armi e razzi per la resistenza palestinese. Tuttavia, l’Egitto, nella prte della città sotto il suo controllo, è intervenuto allagandoli con acqua di mare, riempiendoli di terra e bloccandoli con muri di cemento, come previsto dal trattato del 1979 con Israele.
Con l’ascesa al potere del presidente egiziano Abdelfettah Al Sisi, il governo egiziano ha iniziato la distruzione di Rafah. Da allora, sono stati distrutti 685 ettari di terreni coltivati e almeno 800 case, costringendo 78 mila persone a vivere in una zona cuscinetto tra il Sinai e Rafah. La popolazione di Rafah rimasta sul lato palestinese non ha avuto un destino migliore. Prima degli eventi drammatici recenti, la città è stata devastata da una faida tra Hamas e un altro gruppo palestinese nel 2009. Inoltre, i bombardamenti israeliani del 2009, 2012 e 2014 hanno colpito Gaza, non risparmiando Rafah e causando numerose vittime civili.
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