Il cantante statunitense R.Kelly è stato riconosciuto colpevole di aver sfruttato il suo status di superstar per gestire un piano per abusare sessualmente di donne e bambini per oltre due decenni. Undici accusatori, nove donne e due uomini, hanno testimoniato nel corso del processo durato sei settimane, raccontando le violenze subite. Dopo due giorni di deliberazione, la giuria ha dichiarato colpevole Kelly di tutte le accuse che stava affrontando. Per il cantante anche una condanna per aver trafficato donne tra diversi stati degli Stati Uniti e prodotto pornografia infantile.
Insieme a otto capi di traffico sessuale, la giuria ha riconosciuto R.Kelly colpevole di associazione a delinquere. Un’accusa normalmente utilizzata contro le associazioni della criminalità organizzata.
Robert Sylvester Kelly era infatti a capo di un’organizzazione violenta. Il cantante, assistito dal suo entourage, ha trascorso più di vent’anni ad abusare di donne e bambini. La sentenza finale è prevista per il 4 maggio e il cantante, famoso per la hit “I Believe I can fly” potrebbe passare il resto della vita in carcere.
Gloria Allred, un avvocato delle diverse vittime, ha commentato: “Ho praticato la legge per 47 anni. Durante questo periodo, ho perseguito molti predatori sessuali che hanno commesso crimini contro donne e bambini. “Di tutti i predatori che ho inseguito, il signor Kelly è il peggiore“.
Abusi, sevizie, tormenti psicologici. Per più di due decenni il cantante e produttore ha affrontato diverse accuse di abusi sessuali dalle quali si era sempre difeso. Le prime accuse risalgono all’inizio della sua carriera negli anni ‘90. Molte erano incentrate sulla presunta ricerca predatoria di ragazze adolescenti. Nel 1997 fece scandalo il suo matrimonio con la cantante quindicenne Aaliyah che aveva falsificato la sua data di nascita, dichiarandosi maggiorenne.
Nel 2002, a seguito di un video nel quale il cantante praticava atti sessuali con minorenni, la polizia di Chicago lo accusò di pedopornografia. Ci vollero 6 anni per arrivare al processo. Tuttavia la la giuria concluse che non poteva dimostrare che la ragazza sul nastro era minorenne. R.Kelly venne dichiarato non colpevole da tutti i 21 capi d’accusa. Nel corso degli anni, aumentarono le inchieste e gli articoli sulla sua persona, senza però arrivare a un processo vero e proprio.
La svolta avvenne con l’uscita del documentario “Surviving R.Kelly” che raccoglieva tutte le accuse mosse contro la star fino a quel momento. Nelle settimane che seguirono, il cantante dovette affrontare l’accusa di abusi sessuali su minori in 3 stati differenti.
A New York oggi, la prima condanna.
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