L’allarme arriva dal Pentagono, dove il capo del Dipartimento della Difesa Lloyd Austin avvisa: “È cruciale stanziare i fondi per l’Ucraina, se Zelensky perde la guerra, Putin non si fermerà”. Austin ha ammonito ancora, in un discoro alla Camera dei rappresentati statunitensi: “Putin continuerà a essere più aggressivo nella regione”
Da Washington si teme anche un effetto emulazione: “Altri leader in tutto il mondo, altri autocrati, guarderanno a quanto fatto da Putin. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno stato democratico. Se sei un Paese baltico, sei molto preoccupato se sarai il prossimo: conoscono Putin, sanno di cosa è capace. E francamente, se l’Ucraina cade credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia”, ha aggiunto il capo del Pentagono.
Parole che arrivano dopo che il leader russo ha ricordato all’Occidente che anche Mosca possiede armi capaci di raggiungere i loro territori, definendo tuttavia sciocchezze le preoccupazioni dell’Europa, ribandendo la volontà di non attaccare i Paesi dell’Alleanza atlantica. Dichiarazioni, avvenute alle Camere riunite, che hanno sottolineato quanto Putin in questo periodo ostenti sicurezza, soprattutto dopo i successi ottenuti dalle sue truppe sul campo, che sembrano indirizzare la guerra verso una possibile sconfitta ucraina.
Non sono mancati poi gli attacchi al presidente francese Macron, che aveva paventato la possibilità di inviare truppe a sostegno dell’Ucraina: “Ricordiamo – ha detto Putin – il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche. Tutto quello che l’Occidente sta escogitando porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi di un annientamento della civiltà”, ha chiosato Putin.
Durante il suo discorso il leader russo si è soffermato soprattutto sul tema economico, specificando come sia in atto un programma strategico di sviluppo in sei anni, che vedrà trasformazioni importanti nel campo industriale e sociale: “La Russia deve puntare a diventare una delle quattro più grandi economie al mondo”. Come? Raddoppiando gli investimenti per la ricerca scientifica (arrivando al 2% del Pil) incrementando invece del 70% i fondi per le industrie chiave. Fondamentale sarà anche il potenziamento della produzione dei beni di consumo e la crescita di due terzi delle esportazioni che non siano di risorse energetiche e materie prime.
Considerando che mancano solamente due settimane alle elezioni in Russia, con Putin che si presenta per un quinto mandato, non sono finite le promesse del rappresentante del Cremlino. Per le classi meno abbienti, infatti, ha dichiarato di voler raddoppiare, entro il 2030, il salario minimo, portandolo all’equivalente di 390 dollari, oltre a garantire diversi gravi fiscali. Tema affrontato è anche quello della salute, con la Russia che al momento ha una aspettativa di vita di 73 anni per gli uomini e 78 per le donne, l’obiettivo è arrivare in qualche anno oltre gli 80. Altri progetti presentati riguardano la riduzione del gap economico tra diverse regioni della Russia e interventi per la protezione dell’ambiente.
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