Dalla estremamente controversa transizione da presidente degli Stati Uniti ai fatti di Capitol Hill fino all’impeachment. Quindi, addirittura, alla candidatura al Premio Nobel per la Pace. Sembra un paradosso, e per buona parte del mondo lo è, ma questa è la parabola di Donald Trump. C’è anche lui tra i candidati di quest’anno alla prestigiosissima onorificenza insieme, tra gli altri, al genero Jared Kushner. Ma come funzionano le candidature. Lo ha spiegato in queste ore l’autorevole ‘The Guardian’.
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Premio Nobel per la Pace: ecco chi può presentare le candidature
Il quotidiano britannico elenca alcuni tra i nomi che potrebbero ambire al Premio Nobel per la Pace. Spiccano tra gli altri il movimento Black Lives Matter, il dissidente russo Alexei Navalny, la giovane attivista Greta Thunberg e l’OMS, Organizzazione mondiale della sanità. Ma c’è anche Trump, uno degli uomini più controversi dell’anno. Il nodo, in questo caso, risiede nell’elenco di coloro che possono procedere alle candidature.
Le nomination per il Premio Nobel per la Pace (come per tutte le altre categorie) sono formulate da un elenco di autorità molto chiaro e potenzialmente variegato. Lo stabilì Alfred Nobel stesso, affidando il compito a un Comitato nominato dal Parlamento norvegese. Quest’ultimo invia richieste di suggerimenti a personaggi che hanno già ottenuto il Nobel, membri della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja e della Commissione dell’ufficio permanente internazionale di pace, ex componenti dello stesso Comitato, insigni professori e soprattutto membri delle assemblee nazionali e dei governi di diverse Nazioni.
Chi ha fatto i nomi di Trump e del genero e perché
In altre parole anche le maggioranze politiche del momento hanno un ruolo per determinare le candidature al Premio Nobel per la Pace. E proprio di questo ha beneficiato Donald Trump, dato che a fare il suo nome è stato Christian Tybring-Gjedde, esponente in Norvegia del Partito del Progresso. Si tratta di una forza politica conservatrice, populista e libertaria di destra. “Trump ha cercato di portare la pace tra le Nazioni più di quanto abbia mai fatto qualsiasi altro candidato al premio di quest’anno“, ha spiegato il politico scandinavo.
Il nome di Trump arriva anche da Alan Dershowitz, un’autorità nel mondo della giurisprudenza statunitense. Oggi 82enne, è infatti professore di diritto a Harvard da quando aveva 28 anni. Ma è anche colui che ha difeso l’ex presidente Usa in occasione del suo primo impeachment. E per il Nobel per la Pace ha fatto anche il nome di Jared Kushner. “Per il suo ruolo nei negoziati tra Israele e gli Stati arabi“, ha spiegato.
Il processo decisionale per accettare le candidature dura otto mesi, quindi il vincitore del Nobel per la Pace sarà proclamato in ottobre. Chiaro che il processo decisionale del Comitato dovrebbe escludere i nomi più controversi. Ma il fatto che Donald Trump e il genero facciano parte della lista è assolutamente regolare e legale.