Il tycoon si tira indietro in vista del duello su ABC del 10 settembre con la candidata dem? Scopriamo i perchè di questa possibile decisione
Donald Trump potrebbe non partecipare al primo dibattito televisivo previsto sulla rete ABC contro la vicepresidente Kamala Harris, in programma per il 10 settembre. Questa probabile decisione ha scatenato un’ondata di critiche e speculazioni, in particolare da parte dei democratici, che vedono in questo gesto un segnale di nervosismo e paura nei confronti della sua avversaria. La Harris sembra infatti guadagnare terreno nei sondaggi in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre, una situazione che potrebbe aver spinto Trump a evitare il confronto diretto.
Uno degli elementi chiave di questa controversia riguarda le regole del dibattito. Secondo quanto riportato, Trump si sarebbe mostrato particolarmente preoccupato da una regola che prevede la chiusura del microfono del candidato che non ha il turno di parola. Questa norma è stata già applicata durante il dibattito sulla CNN con Joe Biden lo scorso giugno, ma Kamala Harris ha espresso il desiderio che i microfoni restino aperti per tutta la durata della trasmissione, permettendo a entrambi i candidati di intervenire liberamente e senza restrizioni.
Brian Fallon, consulente senior per le comunicazioni della campagna di Harris, ha commentato che lo staff di Trump preferisce il microfono disattivato perché teme che il suo candidato non sia in grado di comportarsi da presidente per 90 minuti senza il beneficio di un pulsante di disattivazione. Fallon ha anche insinuato che il team di Trump potrebbe non aver informato il candidato di questa disputa, temendo un imbarazzo dovuto all’ammissione di una tale debolezza.
Trump non ha mancato di criticare aspramente la rete ABC, accusandola di faziosità e di essere un veicolo di “fake news”. In un post sui social media, l’ex presidente ha contestato la condotta della rete, citando un’intervista condotta dal giornalista Jonathan Carl e definendola “ridicola e faziosa”. Queste accuse rientrano nella retorica consolidata di Trump contro i media tradizionali, che ha spesso attaccato definendoli “nemici del popolo” e accusandoli di avere un pregiudizio nei suoi confronti.
Trump ha inoltre sollevato dubbi sulla necessità di partecipare a un dibattito organizzato da un’emittente che considera ostile, chiedendosi perché dovrebbe prestarsi a un confronto su una rete che, a suo avviso, lo tratta ingiustamente.
La possibile decisione di Trump di ritirarsi dal dibattito avviene in un contesto politico particolarmente delicato, in cui i sondaggi sembrano volgere a favore di Harris. Secondo un recente sondaggio della Fairleigh Dickinson University, la vicepresidente sarebbe in vantaggio di sette punti percentuali a livello nazionale. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla posizione di Trump di qualche settimana fa, quando affermava di non avere bisogno di partecipare a dibattiti poiché “tutti conoscono lei, tutti conoscono me”.
Il ribaltamento nei sondaggi potrebbe essere un fattore determinante nella decisione di Trump di evitare il confronto diretto. La possibilità di perdere terreno in un dibattito pubblico, soprattutto in un momento in cui Harris sembra guadagnare consenso, potrebbe aver spinto il tycoon a optare per il ritiro piuttosto che rischiare una sconfitta sul palcoscenico nazionale.
Parallelamente alla questione del dibattito, Trump e Harris hanno continuato a scontrarsi su altri temi rilevanti di politica internazionale, tra cui figura anche la gestione del ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. Questo argomento è particolarmente spinoso, considerando che il ritiro, deciso inizialmente da Trump e gestito dal suo successore e attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha portato alla morte di 13 soldati americani in un attentato rivendicato dall’Isis.
Trump ha attaccato Harris, ricordando che lei stessa ha partecipato alle decisioni relative al ritiro, vantandosi di essere stata l’ultima persona a rimanere con Biden nella stanza in cui si sono stabiliti i tempi e le modalità del ritiro. Questo attacco si inserisce in una strategia più ampia di Trump di dipingere Harris come corresponsabile dei fallimenti dell’amministrazione Biden, cercando di collegarla alle decisioni impopolari e agli errori commessi durante il suo mandato dell’ormai ex candidato democratico in vista delle elezioni di novembre.
Harris, dal canto suo, ha difeso la decisione di ritirarsi dall’Afghanistan, definendola “coraggiosa e giusta”. Ha inoltre sottolineato che, nonostante l’uscita delle truppe, l’amministrazione è ancora in grado di eliminare i terroristi senza dover mantenere le truppe sul campo di battaglia. Questo messaggio è stato rafforzato da una dichiarazione in cui ha reso omaggio ai 13 soldati caduti, definendoli “patrioti” e rivendicando i successi ottenuti nella lotta al terrorismo sotto l’amministrazione Biden.
Lo staff di Trump non è rimasto in silenzio di fronte alle accuse. Jason Miller, consigliere senior della campagna del tycoon, ha ribadito che quando è stato accettato il dibattito sulla ABC, sono state accettate le stesse condizioni del dibattito precedente sulla CNN. Miller ha accusato lo staff di Harris di voler cambiare le regole all’ultimo minuto, chiedendo un dibattito seduti, con appunti e dichiarazioni di apertura. Queste richieste sono state respinte dallo staff di Trump come tentativi di facilitare la posizione della vicepresidente, con Miller che ha commentato ironicamente che se Harris “non è abbastanza intelligente da ripetere i punti del messaggio che i suoi responsabili vogliono che memorizzi, è un loro problema”.
Miller ha inoltre suggerito che la campagna di Harris stia cercando di evitare qualsiasi confronto diretto con Trump, insinuando che la vicepresidente non è stata autorizzata a rilasciare interviste o a tenere conferenze stampa per paura di esporre eventuali debolezze. Questa linea di attacco si inserisce nella strategia di Trump di dipingere Harris come una candidata non pronta a ricoprire il ruolo di comandante in capo, cercando di minare la sua credibilità e competenza agli occhi degli elettori.
Le regole del dibattito, la gestione dei microfoni e le accuse reciproche di manipolazione e paura dimostrano quanto sia tesa la situazione politica in vista delle elezioni di novembre. Resta da vedere se Trump cambierà idea e deciderà di affrontare Harris in un confronto diretto, o se questa ritirata segnerà un nuovo capitolo nella sua campagna, caratterizzato da una strategia di attacco dall’esterno del ring mediatico.
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