Ci risiamo. Dopo capi di Stato, oppositori politici e attivisti, anche i giornalisti finiscono (di nuovo) nel mirino di Pegasus. Come riporta il Washington Post, infatti, gli iPhone di almeno 22 giornalisti della testata indipendente salvadoregna El Faro sarebbero stati spiati attraverso lo spyware militare della società israeliana NSO Group.
Si tratta di uno dei più grandi attacchi hacker condotti attraverso questo software (qui maggiori dettagli) mai scoperti finora. I cellulari di alcuni cronisti, stando alle analisi degli esperti, hanno subìto decine di “incursioni”. A partire da quello di Óscar Martínez, direttore di El Faro, colpito ben 42 volte. La testata online è nota per aver condotto importanti inchieste sulle attività del governo di Nayib Bukele.
In totale, le vittime degli attacchi hacker con Pegasus a El Salvador sarebbero in tutto 35 fra luglio 2020 e novembre 2021. Oltre ai giornalisti, ci sarebbero anche attivisti dei diritti umani e reporter di altre organizzazioni giornalistiche. “Al momento a El Salvador i media vivono in un tremendo clima di minaccia”, dichiara al Post John Scott-Railton, uno dei ricercatori dell’Università di Toronto che si è occupato del caso.
Gli analisti del Citizen Lab canadese, inoltre, affermano che ci sono “prove evidenti” che gli attacchi hacker siano partiti dal governo di Bukele. Al momento, però, non è possibile attribuirne con certezza la paternità all’entourage del 40enne presidente salvadoregno. Già in passato, dei diplomatici statunitensi avevano manifestato preoccupazione per il “declino della democrazia” nei Paesi del Centro America.
Nel settembre del 2020 El Faro ha pubblicato un’inchiesta secondo cui il governo di Bukele avrebbe garantito dei favori ai membri incarcerati di una gang in cambio di voti al partito di maggioranza e della cessazione delle azioni violente. Di tutta riposta, la presidenza aveva accusato la testa di evasione fiscale e di riciclaggio, facendo anche espellere dal Paese un collaboratore messicano del giornale.
Lo scorso anno, invece, la Corte interamericana dei diritti umani ha richiesto misure di sicurezza per tutelare 34 cronisti di El Faro, manifestando preoccupazione per la loro incolumità. I reporter hanno cercato a lungo di incontrare le proprie fonti di persona e di comunicare tramite messaggi criptati, ma – racconta il direttore Martínez al Post – le autorità sembravano essere sempre al corrente di cosa stessero facendo.
Da qui la scoperta dei cyberattacchi ai loro dispositivi tramite lo spyware Pegasus. Circostanza che, comunque, non sembra scoraggiare la stampa libera salvadoregna. “L’intera redazione continuerà con le sue indagini – annuncia Martínez –. Andremo avanti, non c’è alcun dubbio”.
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