È emergenza in Pakistan. Sono circa 100mila le persone evacuate dai villaggi sommersi nella provincia centro-orientale del Punjab dopo che domenica l’India ha sversato diverse migliaia di metri cubi d’acqua nel fiume Sutlej, che attraversa i due Paesi. Si tratta della peggiore inondazione degli ultimi 35 anni. “Le abbiamo trasferite in luoghi più sicuri”, ha riferito Farooq Ahmad, portavoce dei servizi di emergenza del Punjab.
Diverse centinaia di villaggi del Punjab sono stati sommersi dall’esondazione e migliaia di ettari di terreni agricoli, in particolare piantagioni, sono andati distrutti.
Effetto domino dall’India al Pakistan
Un effetto domino che dall’India ha colpito anche il Pakistan. Ampie aree dello Stato settentrionale del Punjab in India erano finite sott’acqua nei giorni successivi a Ferragosto, dopo che le forti piogge monsoniche avevano costretto le autorità a sversare acqua dalla diga di Bhakra sul fiume Sutlej e dalla diga di Pong sul fiume Beas, causando inondazioni nella città indiana di Gurdaspur e quindi a valle sul lato pachistano.
Le dighe che avrebbero dovuto proteggere le case hanno ceduto e centinaia di villaggi risultano al momento inaccessibili.
Le operazioni di soccorso proseguono nelle aree allagate, con le squadre costrette a utilizzare delle barche per portare in salvo donne, uomini, bambini e il bestiame, che spesso rappresenta l’unica fonte di reddito.
L’Autorità provinciale per la gestione dei disastri ha avvertito che le inondazioni potrebbero peggiorare nei prossimi giorni, con l’arrivo di nuove piogge monsoniche nella regione.
Nel 2022 la peggiore alluvione del Pakistan con 1.700 morti
Non è la prima volta che il Pakistan si trova a dover fare i conti con le conseguenze delle piogge portate dai monsoni. Ogni anno le inondazioni causano la morte di migliaia di persone e provocano ingenti danni in tutta l’Asia meridionale, soprattutto durante il periodo dei monsoni tra giugno e settembre.
Nel 2022 solo in Pakistan a morire sono state oltre 1.700 persone e più di 800mila capi di bestiame. In quella che è considerata la peggiore inondazione della storia del Paese, 33 milioni di pakistani hanno perso la casa, la terra e il lavoro. Senza contare i danni materiali, incluse le oltre 28mila tra scuole e cliniche andate distrutte.
Gli effetti del cambiamento climatico
A un anno dalla catastrofe, l’Islamic Worldiwde Relief ha pubblicato nei giorni scorsi un report che fa luce sugli effetti devastanti che le inondazioni hanno avuto sulla popolazione, a cominciare dai più fragili, come donne e bambini.
“Man mano che le catastrofi legate al cambiamento climatico aumentano, sono i più poveri e i più vulnerabili a pagare il prezzo più alto. Sono loro che di norma vivono in case precarie e non hanno risparmi o beni da vendere, o qualunque altro ‘piano b’, quando l’inondazione colpisce le loro colture e i loro allevamenti”, spiega Waseem Ahmad, direttore dell’organizzazione non profit.
“Abbiamo bisogno di giustizia climatica, con i principali inquinatori che pagano per i danni e le distruzioni causate dal cambiamento climatico”.
Il Pakistan è considerato uno dei Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici al mondo. Secondo l’indice Risk Inform, figura al 18esimo posto tra quelli più esposti ai disastri naturali, inclusi inondazioni, cicloni tropicali e siccità.
Tutti fattori amplificati dalla fragilità sociale e dalla povertà in cui versa una larga detta della popolazione.