Un nuovo partito nazionalista, che porti all’interno del Parlamento europeo le istanze della destra sovranista. Questo il piano di Viktor Orban, il primo ministro dell’Ungheria che ha reso noto il suo progetto politico in un intervento alla radio pubblica del suo Paese. E per portarlo a compimento intende incontrare due leader continentali: il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, e Matteo Salvini.
Orban e il suo progetto: l’annuncio in radio
Orban ha reso nota la sua intenzione all’indomani della scelta della sua forza politica, Fidesz, di lasciare formalmente il Partito popolare europeo. Si tratta della più importante forza di Centrodestra del Continente, ma nel senso più moderato del termine. E infatti il partito del premier ungherese (spesso vicino a Salvini anche in passato) era già stato escluso dal Ppe all’Eurocamera per le questioni legate allo stato di diritto a Budapest.
L’obiettivo è quello di riunire l’intera destra e ultradestra di ideologia sovranista d’Europa in un’unica realtà. Attualmente, infatti, a Strasburgo esistono i Conservatori dell’Ecr e Identità e Democrazia (Id). La prima entità comprende tra gli altri i polacchi del Pis, il partito di Jaroslaw Kaczynski, e Fratelli d’Italia. Nella seconda invece ci sono Marine Le Pen, gli eurofobi tedeschi di estrema destra dell’Afd e la Lega di Salvini.
Le prospettive dell’ultradestra e il nodo Salvini
Orban ha sostenuto di aver già discusso con Salvini e Meloni, mentre ancora sta cercando un accordo con la destra polacca. Le entità sono infatti alleate a Visegrad (il gruppo di leader dell’Europa centro-orientale che da sei anni punta a contrastare Germania e Francia all’insegna dell’ideologia sovranista).
Resta ora da capire se l’operazione di Orban avrà successo, dato che almeno dal 2019 tale piano era stato rimandato per non metterlo in difficoltà nel Parlamento europeo a causa delle sue politiche liberticide. Se Ecr (e Giorgia Meloni) e Id (incluso Salvini) diranno di sì, la nuova entità politica diventerebbe la seconda d’Europa per rappresentazione parlamentare. E bisognerebbe però anche capire come la prenderebbe Mario Draghi, che vedrebbe uno dei suoi alleati di governo aderire a una forza politica profondamente antieuropeista.